I nomi della nuova giunta Manfredi a Napoli: De Jesu, Costa assessori. E una vicesindaco donna
C'è una foto che fa sorridere coloro che hanno frequentato la politica campana degli ultmi anni: cinque uomini,tutti col pollice in alto stile Fonzie di ‘Happy Days'. Ci sono Luigi Di Maio e Vincenzo De Luca: tre anni fa si insultavano senza soluzione di continuità. C'è l'ex ministro Giuseppe Provenzano, oggi vicesegretario Pd catapultato all'ombra del Vesuvio per rappresentare i Dem. C'è Roberto Fico: il presidente della Camera è vicino a De Luca e forse per timore di sembrare concorde con Di Maio, col governatore ma pure con il vicesegretario Dem si distingue: anziché fare il pollice si esibisce in un segno di Vittoria alla Winston Churchill. Gaetano Manfredi prende la parola: dice di Napoli che non dev'essere più la città «della pizza e del mandolino», un discorso che fa molto anni Ottanta e "No grazie il caffè mi rende nervoso" .
Dall'hotel Terminus di piazza Garibaldi dove nel frattempo arriva pure Giuseppe Conte, preoccupato di sondare l'umore dei suoi pentastellati, Manfredi si sposta in piazza del Municipio. I festeggiamenti per la sua elezione sono in linea con la campagna elettorale: sobri, nulla a che vedere con le bandane arancioni e le urla «avimme scassato!» di Luigi De Magistris . Qualcuno fa esplodere una batteria di fuochi artificiali ma l'effetto è più da "festa per la scarcerazione" che da vittoria di un sindaco della terza città d'Italia.
I nomi dei possibili assessori a Napoli
E ora? Da domani, una volta assestati i numeri delle liste, i più votati e chiarita la composizione del nuovo consiglio comunale di Napoli, il sindaco-professore si troverà ad avere a che fare coi famelici appetiti di liste civiche, portatori di voti, partiti e organizzatori vari: tutti vorranno posti di governo (assessorato in giunta) o di ‘sottogoverno': garanzie per le commissioni in Consiglio comunale o per le composizioni degli staff o per la gestione delle aziende partecipate del Comune.
Per ora una cosa Manfredi l'ha detta, quanto meno per mettere le mani davanti e cercare di alzare l'asticella: «Sarà una giunta di alto profilo» (lo dicono tutti) «ci sarà spazio adeguato per le donne». E una donna potrebbe essere la nuova vicesindaca di Napoli. «Faremo una Giunta di alto livello, con grandi personalità, sento il peso della sfida, ma saremo all'altezza della situazione».
Ma Manfredi riuscirà a decidere in autonomia senza farsi piegare dalle richieste dei suoi "grandi elettori", il primo fra tutti proprio De Luca, indispensabile nell'organizzazione delle liste quanto ingombrante nelle decisioni sui futuri assetti della città? «Ho avuto incarichi importanti, ed ho sempre deciso io» si smarca Manfredi. «Quello per Napoli è un progetto in cui tutti hanno dato un contributo e nessuno è azionista di maggioranza da far prevalere priorità», avverte dice il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.
Fatto sta che l'ex questore Antonio De Jesu papabile assessore con delega alla Sicurezza e al Corpo dei Vigili urbani lo ha praticamente annunciato proprio De Luca in campagna elettorale. Ora si parla in quota M5S anche di Sergio Costa, ex ministro dell'Ambiente nel governo Conte in cui c'era anche Manfredi. È disponibile a entrare in squadra Edoardo Cosenza, presidente dell'Ordine degli ingegneri e docente universitario, mentre il Pd metropolitano vorrebbe esprimere il suo presidente, Paolo Mancuso, ex magistrato. Umberto de Gregorio, fedelissimo di De Luca e amministratore delegato della Eav è un possibile nome sui Trasporti. Così come Enza Amato una delle più votate nel Pd papabile per un posto in giunta (delega al Patrimonio?). Ciro Borriello già assessore allo Sport con De Magistris, potrebbe incredibilmente confermarsi anche nella giunta Manfredi in quota M5S area Roberto Fico. Una delega sicuramente non andrà a nessuno: è quella della Digitalizzazione nella Pubblica Amministrazione; Manfredi ha già detto che se la terrà, considerandola strategica per il futuro del Comune.