La notte di Geolier a Sanremo, il rione Gescal a Napoli lo celebra: “È uno di noi, viene dal nulla”
"È un idolo, perché viene dal niente come noi ed è arrivato a quello che è oggi. È un'ispirazione". Rione Gescal, area nord di Napoli, tra Secondigliano e Miano. A poche ore dall'inizio del Festival di Sanremo in questo luogo sembrano già avere le idee chiare su chi sia il vincitore.
Un ragazzo che è cresciuto e vive ancora qui, con la sua famiglia: Emanuele Palumbo, in arte Geolier. Basta il suo nome per aprire le porte di ogni abitazione, perché tutti hanno una storia da raccontare. "Appena abbiamo saputo che andava a Sanremo abbiamo appeso i manifesti, questo è il Rione di Emanuele". E in effetti a pochi metri dalla casa di famiglia, ovunque c'è il volto dell'artista napoletano.
Qui c'è il biliardo dove giocava e vedeva le partite del Napoli. E addirittura un murales che raffigura lui e Diego Armando Maradona in persona, che il giovane cantautore ha visto pochi giorni prima della partenza. Quello che manca è lo spazio per le polemiche che invece hanno riempito i giornali negli ultimi giorni. "È un ragazzo umile, è sempre rimasto lo stesso".
Una signora si affaccia al balcone e spiega: "È un orgoglio per questo quartiere che non offre tanto". Chi lo conosce fa una premessa: "Ha fatto molti sacrifici per arrivare dov'è ora, dove merita". Per le strade che il rapper frequenta tutti i giorni, sembra sia quasi partita una gara, perché ovunque c'è il suo volto e il titolo della canzone con cui è in gara a Sanremo: "I p’ me, tu p’ te".
"Da bambini faceva i freestyle su di noi. Se da questo quartiere esce un ragazzo che ama la musica e arriva a Sanremo con le sue forze, per noi è un orgoglio". La frase che tutti ripetono a voce bassa, per onorare la sacra scaramanzia napoletana, è sempre la stessa: "Deve vincere, ce la farà". Ed è proprio questo che è scritto su uno striscione con alle spalle il murales di Diego Armando Maradona: "Per noi hai già vinto".