La mozzarella di bufala campana teme i dazi di Trump: “Capiremo l’impatto di queste politiche nel giro di tre mesi”

«I dazi? Se li pagheranno gli statunitensi». A dirlo, convinto, è Marco Nobis, titolare del caseificio Colonne nel Casertano (Castel Volturno) aderente a Coldiretti. I suoi prodotti arrivano oltreoceano da cinque anni e la mozzarella di bufala campana dop che produce è tra i prodotti italiani più apprezzati dai consumatori statunitensi. Raggiunto da Fanpage, ha spiegato che ne pensa della battaglia commerciale iniziata dal presidente Usa Donald Trump.
In che modo saranno gli americani a pagare i loro stessi dazi?
"Innanzitutto, è ancora presto per capire gli effetti delle nuove imposte, però penso proprio che a pagare i rincari saranno gli americani. Noi vendiamo agli importatori con un prezzo fisso che sostanzialmente non cambia. Saranno loro, poi, a immettere il prodotto sul mercato Usa a un prezzo maggiorato. E lì, a comprare, saranno gli stessi americani. Certo gli importatori ci potranno chiedere un piccolo aggiusto sul prezzo, ma sarà un 3, magari un 5% di sconto, non di più".
Facciamo un esempio.
"Oggi, negli Stati Uniti, una mozzarella al chilo si vende in una forbice di prezzo che varia dai 40 fino ai 60 dollari. Con i dazi ci sarà un aumento che farà arrivare il prezzo tra gli 80 e i 120 dollari. Però, in ogni caso, quello è un prezzo del distributore. Noi comunque la vendiamo al prezzo di sempre. Poi nelle trattative commerciali potrà esserci la richiesta dell'importatore, ma diciamo che la nostra preoccupazione, adesso, è un'altra".
Quale sarebbe?
"Che crollino le vendite, che cambi il consumo del nostro prodotto. Se verrà messa sul mercato con un 30, o addirittura un 40% di costo in più, quanti saranno i consumatori disposti ad acquistare i nostri latticini? Secondo me di meno rispetto a oggi. Però, per fare queste valutazioni, meglio aspettare i dati del prossimo trimestre".
Nei suoi cinque anni di export ha mai vissuto una situazione del genere?
"No, anzi. Negli ultimi tre anni abbiamo anche registrato un incremento della vendita negli Stati Uniti del 7-8% annuo. Tenendo conto che esportiamo il 10% del nostro prodotto, stiamo parlando di circa 95mila chili di mozzarella. Pensavamo anche di aumentare il volume. Ma forse è il momento di aspettare. Il trend si è interrotto, ora stimo una perdita per l'export del 15% rispetto all'anno scorso".
Quale potrebbe essere una soluzione?
"Essere tutelati dal Governo e che interceda presso l'Amministrazione statunitense. Che venga tutelato il made in Italy, e noi stiamo lottando. Anche contro il problema dell'Italian Sounding, la vendita di prodotto americano passato come nostrano. E credo che con i dazi e l'aumento dei prezzi questo fenomeno possa anche prendere più piede. Ritengo fondamentale un tavolo europeo per affrontare queste scelte".