La morte della piccola Luisella, figlia di Eduardo De Filippo
Eduardo De Filippo ha raggiunto le vette dell'eccellenza artistica, riconoscimenti pubblici in campo culturale, sociale, politico, ha goduto dell'affetto di generazioni di pubblico che lo hanno apprezzato a teatro, in cinema, in tv. Ma la sua vita – come quella di tante altre persone – ha avuto degli episodi dolorosi, addirittura crudeli. Nella biografia del commediografo napoletano sicuramente uno di questi episodi è la prematura morte della seconda figlia, Luisella De Filippo, avuta con Thea Prandi, morte avvenuta quando la bimba aveva appena 10 anni, il 5 gennaio 1960.
Le cause della morte di Luisella De Filippo
Le circostanze furono drammatiche. Luisella era insieme al fratello Luca, nell'albergo Savoia-Belvedere del Terminillo, sui monti Reatini. Mentre gioca a ping-pong col fratello si sente male, perde conoscenza e muore. La causa del decesso viene appurata essere una emorragia cerebrale. Un malore fulminante.
I funerali della figlia di Eduardo
La biografia di Eduardo scritta da Maurizio Giammusso ("Vita di Eduardo", edizioni Beat), racconta le circostanze del funerale della piccola Luisa De Filippo, cui era stato dato il cognome della nonna. Le esequie videro anche il temporaneo riavvicinamento fra Peppino ed Eduardo protagonisti negli anni precedenti di violenti litigi e divisi sul piano artistico che su quello personale.
Luisella venne sepolta al cimitero del Verano, a Roma, dove si svolsero anche i funerali. Peppino De Filippo era andato a prendere la piccola bara al Terminillo, con un gesto eloquente di partecipazione al dolore del fratello.
I primi ad arrivare nel tempio furono gli attori Pietro De Vico e la moglie Anna Acampori.
Poi, secondo la testimonianza di De Vico – arrivò Totò con Franca Faldini, quindi Thea Prandi, e per ultimo Eduardo. Fece per sedersi accanto a Thea, ma lei si alzò e si sedette da un’altra parte.
Per carattere Eduardo non era certo incline alla plateale esternazione del dolore. Era legato, legatissimo a Luisella e a Luca, era appassionato dei piccoli disegni e dipinti che la bimba faceva a scuola e regalava al padre e dei racconti che facevano intravedere il suo precoce talento. Eduardo pochi giorni dopo era di nuovo sul palco, al lavoro. E tantissimi spettatori manifestavano dopo lo spettacolo sincera partecipazione al suo dolore.
Il dolore e la poesia di Eduardo
Dal vasto epistolario eduardiano il bravo biografo ha estrapolato una lettera inviata alla sorella, Titina De Filippo, che lascia trasparire il dolore:
Che vuoi fare, Titina mia, questo mondo non è che una catena di dolori.
L’unica gioia mia, in questo momento, è Luca, questo figlio mio benedetto, che, mentre mi ricorda quante responsabilità io abbia dalla sua presenza nel mondo, riesce, in compenso, a fornirmi l’unico pretesto, o diciamo motivo serio per cui possa sentirmi ancora utile per qualche cosa.
Tu mi puoi credere, Titina mia, quanto mi sia diventato inutile tutto ciò che mi circonda: non vedo la gente, i palazzi, le strade, i semafori. Tutto, tutto è superfluo e vano!
C'è un volumetto, il cui titolo è «’O canisto», che si conclude con un invito all’ottimismo e alla bontà, ed è illustrato da un disegno della piccola Luisella. Vi è anche una poesia, "Pazzianno c' ‘o suonno" che inizia così:
Papà!
Sta voce soia
forte e lontana arriva fino a me
zitta e vicina.
Papà!
Legato a Luisella, sempre nello stesso volumetto, un racconto che Eduardo ascoltò proprio dalla voce di questa sua sfortunata figlia. Il drammaturgo anni dopo decise di musicarlo con l'aiuto del grande Nino Rota, col titolo "Lo scoiattolo in gamba". Racconta di uno scoiattoli senza denti che attraversa peripezie ma riesce comunque a salvarsi. Il dolcissimo racconto era stato inventato dalla piccola Luisa, che usava fare un regalo ogni giorno al papà, tornando da scuola. Un giorno non vi era riuscita ma in compenso aveva donato al padre questa sua storia.
Scrisse Eduardo nel volumetto:
…Adesso Luisella tiene vent'anni… Il tempo passa, come no!
Per una ragazza bella come lei, moderna, allegra e con tutta la gioia di vivere che ha, si giustifica in pieno l'indifferenza che prova per i ricordi d'infanzia; io però, a sua insaputa, questo "Scoiattolo" l'ho voluto mettere nel Canisto. Lei non lo darà a vedere, ma in fondo ne avrà gioia.
Il ricordo della figlia strappata precocemente alla vita accompagnò il grande attore e regista napoletano fino alla fine. Quando Eduardo morì, il 31 ottobre 1984, raccontano le cronache che fra le dita stringeva un piccolo koala di peluche e una minuscola fotografia di Luisella.