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La moglie di Franceso Schiavone Sandokan: “L’ho incontrato quando era collaboratore”

Il padrino del cartello dei Casalesi, durante il suo percorso di collaborazione, ha incontrato anche la moglie. Le rivelazioni della donna durante il processo sugli appalti Rfi.
A cura di Nico Falco
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Francesco Schiavone oggi
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Giuseppina Nappa, moglie di Francesco Schiavone, ha incontrato "Sandokan" a marzo, quando era collaboratore di giustizia, e per la prima volta dopo decenni ha potuto parlare con lui senza essere ascoltata. A rivelarlo è stata lei stessa, sentita in videoconferenza durante il processo, in corso nel Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), sugli appalti di Rete Ferroviaria Italiana finiti ad aziende vicine al clan dei Casalesi.

Nel processo compaiono tra gli imputati i fratelli Nicola e Vincenzo Schiavone, accusati di concorso esterno; per la Direzione Distrettuale Antimafia sono stati soci di "Sandokan", in particolare Nicola Schiavone, 70 anni, che è stato anche padrino di battesimo del figlio del capoclan. Giuseppina Nappa, durante le indagini preliminari, aveva sostenuto che tutte le fortune imprenditoriali di Nicola Schiavone erano dipese dal sostegno costante del marito e anche durante il processo ha ribadito che "ogni cosa che il Munaciello (ovvero Nicola Schiavone, ndr) ha realizzato, lo ha fatto in nome e per conto del clan, o, meglio, di mio marito".

Durante l'intervento in videoconferenza la donna ha parlato poi dell'incontro con suo marito, avvenuto a marzo, periodo in cui Sandokan aveva avviato il percorso di collaborazione (poi interrotto dagli inquirenti perché le sue dichiarazioni sono state ritenute non utili). Lo ha detto a proposito dei regali che Nicola Schiavone avrebbe fatto a lei e ai figli a Natale e a Pasqua, che sarebbero andati avanti fino a un certo punto per poi diradarsi. Quando le è stato chiesto se avesse avvertito di ciò suo marito, la donna ha riferito che, essendo Sandokan al 41bis, non gli aveva detto nulla perché sapeva che i colloqui erano registrati; glielo avrebbe però detto successivamente, quando l'ha incontrato da collaboratore in carcere, e "in quella occasione nessuno ci ascoltava".

Gli avvocati hanno parlato di una "gestione del collaboratore piuttosto particolare", anche perché Francesco Schiavone, sempre quando aveva già avviato il percorso di collaborazione, aveva potuto incontrare anche il figlio, Emanuele Libero, che non aveva accettato la sua scelta e aveva, invece, cercato di riorganizzare il clan ed è stato successivamente arrestato. L'udienza è stata aggiornata a settembre.

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