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L'omicidio di Giovanbattista Cutolo a Napoli

La mamma di Giogiò: “Stasera scriverò a mio figlio”. Domani l’anniversario dell’omicidio del musicista

Il 31 agosto in piazza Municipio la manifestazione per ricordare Giovanbattista Cutolo a un anno dall’omicidio; il responsabile è stato condannato a 20 anni.
A cura di Nico Falco
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La vittima, il 24enne Giovanbattista Cutolo
La vittima, il 24enne Giovanbattista Cutolo
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"Questa sera scriverò a Giogiò". A parlare è Daniela Di Maggio, la madre di Giovanbattista Cutolo, per tutti Giogiò, il musicista napoletano di 24 anni ucciso con tre colpi di pistola durante una lite tra giovanissimi in un pub di piazza Municipio, nel centro di Napoli. Il responsabile, che ha confessato dopo essere stato rintracciato dalla Squadra Mobile, aveva all'epoca appena 17 anni; è stato condannato a 20 anni di reclusione. Secondo le ricostruzioni il 24enne era intervenuto per difendere un amico dopo che lui e la sua comitiva erano stati presi di mira da una "paranzella" di giovanissimi. Domani, 31 agosto, sarà passato un anno dall'omicidio; per l'anniversario è stata organizzata una manifestazione, che si svolgerà sul luogo dell'assassinio.

Parlando con l'agenzia Ansa, la donna ha detto: "Mi rivolgerò direttamente a lui, attraverso uno stato dei servizi di messaggeria da cellulare, per dirgli che intendo ricordarlo attraverso il calore umano che sapeva sprigionare, quella forza immensa che sapeva donare, e non per il freddo gelido della sala mortuaria dove si trovava in quella terribile giornata".

La manifestazione si terrà alle 11.30, in piazza Municipio; saranno presenti la madre e il padre, il regista Franco Cutolo, con amici, associazioni ed esponenti delle Istituzioni. "Ricorderemo Giogiò – ha proseguito Daniela Di Maggio all'Ansa – come abbiamo fatto in tutto questo anno. Ricorderemo un anno terribile, perché con mio figlio sono morte tutte le mie cellule, quelle del corpo e quelle dell'anima, ma anche un anno bellissimo, perché grazie a Giogiò abbiamo potuto registrare cambiamenti nelle leggi che sono passate portando il nome di mio figlio e nel cosiddetto decreto Caivano, come l'abolizione della messa alla prova per chi si macchia di gravi reati e dove viene riconosciuto il reato di stesa".

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