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La mamma di Cannavacciuolo: “Se faceva tardi la sera, lo chiudevo nella 500 a dormire”

La madre dello chef stellato, donna Anna, ha raccontato in un’intervista il lato più “umano” dell’allora giovane Antonino. Ragazzo di cuore, ma che talvolta veniva punito in maniera esemplare. Dal “sequestro” della Vespa in caso di impennate al dormire in auto quando rientrava tardi da casa alla sera.
A cura di Redazione Napoli
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Linea dura quella scelta dalla madre dello chef Antonino Cannavacciuolo per crescere il proprio figliuolo quando era ancora uno scavezzacollo. Ma a quanto pare è servito anche questo per farlo diventare il grande chef che è poi diventato da adulto. Merito, dunque, di donna Anna, che ha usato il cosiddetto "pugno duro" per forgiare il carattere del ragazzo, oggi apprezzato e stimato chef oltre che personaggio televisivo.

"Certi figli se non li raddrizzi da piccoli, dopo non ci riesci più!", ha ammesso la donna in una lunga intervista rilasciata al Corriere della Sera. Con il piccolo (si fa per dire) Antonino, tuttavia, non ce n'era sempre bisogno. Fin da piccolo, ha raccontato la madre, ha infatti sempre avuto un gran cuore. Eppure, nella fase adolescenziale, anche con lui ci sono volute le maniere forti.

Ad esempio, se veniva beccato a fare le impennate con la sua Vespa, scattata il "sequestro" genitoriale per quindici giorni, tanto che il povero mezzo "stava più in cantina che in strada", ha raccontato la madre. Ed un'altra volta, dopo un violento litigio con la sorella di due anni più grande, la povera donna li mise letteralmente alla porta, facendogli saltare il pranzo, con i due pargoli costretti a tentare di "rubare" i finocchi dal campo dello zio. Ma la pena più curiosa rimane quella legata ai suoi orari notturni: quando infatti il giovane Antonino rientrava tardi da casa, finiva a dormire in macchina. "Per la precisione, dentro la mia vecchia 500 blu. Ancora non era grosso come adesso, però era sempre un ragazzo alto", ha raccontato donna Anna, con il povero giovane costretto a tentare anche una trattativa: "Mi sono informato: è inutile che minacci di farmi trovare il materasso fuori di casa, perché non ho ancora 18 anni e non puoi cacciarmi", le parole dello chef, già caparbio all'epoca, ma la donna non si faceva trovare impreparata, replicandogli "E allora andiamo insieme dai carabinieri e chiediamogli a che ora è prevista la ritirata per un minorenne". Una disciplina, insomma, ferrea: ma che ha portato alla lunga i suoi frutti.

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