La magia del Natale a Napoli, nella bottega dell’artigiano del presepe Genny Di Virgilio
Le classiche figure della natività, vip, calciatori, personaggi dello spettacolo e della tv: nelle mani di Genny Di Virgilio, chiunque può diventare una statuina. Il maestro ci guida nella bottega di famiglia, una delle più longeve di via San Gregorio Armeno, alla scoperta dell’arte che ha reso Napoli la “capitale del presepe”.
Appena entrati, il colpo d’occhio è incredibile: a riempire gli scaffali è un esercito di miniature di ogni colore e grandezza, troppe per poterle contare. La nostra guida, Genny, ci racconta dei suoi inizi: «Avevo 9 anni, ero ancora un bambino – dice – mi affascinava guardare mio padre lavorare». Papà Rosario è specializzato nel creare gli scogli, le strutture del presepe; prima di lui, nonno Di Virgilio era un esperto nel realizzare pastori settecenteschi. È stata questa la strada che ha seguito il giovane artigiano: «Ho capito di avere talento con le statuette, che era questa la mia passione – spiega – sudore e sacrificio hanno fatto il resto».
Oltre alla tradizione cristiana, in bottega si trovano anche diverse figure ispirate a quella partenopea: «La Carmela, a cui sono molto legato – spiega Di Virgilio- che porta con sé pane, freselle e buona sorte». Poi c’è la bella ‘mbriana – un portafortuna per le mura domestiche – e ‘o scartellato, repellente per le “male lingue”: si sistema nell’ingresso di casa e, prima di uscire, per superstizione, si tocca la sua gobba.
Alla natività classica e al presepe napoletano si affiancano le raffigurazioni dei personaggi d’attualità, una delle innovazioni apportate da Genny. Politici, cantanti, vip o calciatori, a seconda del momento storico: «L’Italia, come il resto del mondo, ha sempre uno scandalo da offrire – dice l’artigiano – e noi siamo qui, pronti a proporre la statuina».
L’eccellenza di questi prodotti risiede in una lavorazione impeccabile o, come la definisce Di Virgilio, in “stile settecento”: «Testina in terracotta, occhi di cristallo, mani e piedi in legno di tiglio – dice – e seta di San Leucio per i costumi, ricamata con fili d’oro. Il tutto è realizzato a mano».