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Trasporto pubblico a Napoli

La lettera del giovane pendolare spiega perché a Napoli i trasporti sono ancora un mezzo disastro

L’odissea tra bus spariti, altri che tardano ad arrivare e funicolare chiusa da troppo tempo: lettera di un giovane pendolare a Fanpage.
A cura di Redazione Napoli
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Trasporto pubblico a Napoli

Kostantino ha 25 anni ed è uno dei tanti napoletani che usa i mezzi pubblici per spostarsi. A Fanpage.it affida la sua lettera denuncia sullo stato dei mezzi di trasporto pubblici a Napoli.

Ho 25 anni e sono stanco. Sono già stanco, come se avessi 80 anni. Tre quarti d'ora ad aspettare sotto il sole rovente di un luglio che di luglio ha ben poco (visto il cambiamento climatico). Tre quarti d'ora ad aspettare nella speranza di compiere il tragitto che dalla stazione di corso Vittorio Emanuele arriva su, al Vomero. «Prendi la funicolare (quella di Chiaia ndr.), no? Ci metteresti pochi minuti». È chiusa. «Ci sarà un bus sostitutivo, no?». L'NC è stato soppresso dalla sera alla mattina senza annunci e preavvisi.

Letteralmente, il sostitutivo di un servizio di cui sono stato privato è stato a sua volta soppresso. «Alternative?»: la linea 128… Peccato che su 7 chilometri ad andare e poco meno a tornare (viste le deviazioni per strade chiuse fino a data ancora da destinarsi) ci siano, se tutto va bene, 3 bus. La frequenza minima? Tre quarti d'ora di attesa.

Poi finalmente passa, ma è pieno fino all'orlo. 20 minuti di percorrenza, ammassati come bestie, strattonati tra fossi, voragini e incuria stradale. Arrivati all'altezza tra via Andrea Vaccaro e l'incrocio per via Luca Giordano la strada è interrotta per lavori. Se questa fosse la disavventura di un giorno, potrebbe essere presa con ironia, ma questo è quello che vivo ogni giorno. Per altro, questo è il trattamento per la modica cifra di 35 euro al mese.

Mi costa meno l'abbonamento a Netflix, e almeno lì il servizio me lo erogano. Perché dovrei rischiare la salute fisica e mentale solo per spostarmi da punto A a punto B? Io sono fortunato ad avere 25 anni e le gambe funzionanti, ma mia madre, disabile, al mio posto che avrebbe dovuto fare? Licenziarsi perché impossibilitata a raggiungere il posto di lavoro? La politica cittadina, quando non è impegnata a tacere sui temi fondamentali, si riempie la bocca di belle parole sulla cultura e sul turismo, si riempie le tasche con aumenti di stipendi, ci riempie di presentazioni ed eventi mondani… Ma qui mancano le basi, i servizi minimi essenziali.

È inutile rispondere ai tweet di Elon Musk raccontandoci da soli che abbiamo la metro più bella del mondo, non c'è niente di bello a trattare i propri concittadini (paganti) in questa maniera. Per non parlare della figura barbina che facciamo con i turisti. Non è possibile che a 25 anni mi vergogni così tanto della mia città da perdere anche la forza di lottare, di indignarmi, di arrabbiarmi. Eppure questo è quanto. Appena avrò la possibilità, me ne andrò da questo fallimento. Probabilmente, al posto della fermata del bus sotto casa, quando tornerò ci troverò una friggitoria o un B&B, perché solo questo siamo in grado di fare. Mi dispiace.

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