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La Giornata celebrativa del ragù napoletano ogni anno, nella terza domenica di novembre

Proposta di legge in Regione Campania per l’istituzione della Giornata del Ragù Napoletano nella terza domenica di novembre di ogni anno.
A cura di Redazione Napoli
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Napoli oggi è una continua battaglia tra ristoranti per capire dove si cucini il miglior ragù della città. Nessuno prima d'oggi aveva pensato però di dedicare ad uno dei piatti più complessi e poetici della cucina tradizionale partenopea (diciamo che lo è della cucina italiana, poiché di ricette regionali il nostro Paese è pieno). Oggi c'è una proposta di legge in Regione Campania per l'istituzione della Giornata del Ragù Napoletano nella terza domenica di novembre di ogni anno.

Obiettivo ambizioso, messo nero su bianco nella proposta:

La Giornata, con le iniziative che al suo ricorrere si svolgeranno, si prefigge di tutelare una delle più popolari tradizioni partenopee e campane, testimonianza di un modello culturale il cui cardine è la famiglia, espressione di una tradizione con radici storiche e culturali, simbolo della nostra identità territoriale, con l’obiettivo di lasciare una testimonianza per le future generazioni.

Il pensiero va subito ad Eduardo De Filippo quando spiega in versi la differenza fra ragù e la semplice «carne c' ‘a pummarola», una differenza esplicitata meglio nella commedia "Sabato, domenica e lunedì" poi diventata film di  Lina Wertmüller, un Luciano De Crescenzo brillante attore e le straordinarie presenze di Sophia Loren, del compianto Luca De Filippo e di Pupella Maggio:

  • Rosa: Adesso mi vuoi insegnare come si fa il ragù? Più ce ne metti di cipolla più aromatico e sostanzioso viene il sugo. Tutto il segreto sta nel farla soffriggere a fuoco lento.
    Quando soffrigge lentamente, la cipolla si consuma fino a creare intorno al pezzo di carne una specie di crosta nera; via via che ci si versa sopra il quantitativo necessario di vino bianco, la crosta si scioglie e si ottiene così quella sostanza dorata e caramellosa che si amalgama con la conserva di pomodoro e si ottiene quella salsa densa e compatta che diventa di un colore palissandro scuro quando il vero ragù è riuscito alla perfezione.
  • Virginia Ma ci vuole troppo tempo. A casa mia facciamo soffriggere un poco di cipolla, poi ci mettiamo dentro pomodoro e carne e cuoce tutto assieme.
  •  Rosa E viene carne bollita col pomodoro e la cipolla. La buonanima di mia madre diceva che per fare il ragù ci voleva la pazienza di Giobbe. Il sabato sera si metteva in cucina con la cucchiaia in mano, e non si muoveva da vicino alla casseruola nemmeno se l'uccidevano.
    Lei usava o il «tiano» di terracotta o la casseruola di rame. L'alluminio non esisteva proprio. Quando il sugo si era ristretto come diceva lei, toglieva dalla casseruola il pezzo di carne di «annecchia» e lo metteva in una sperlunga come si mette un neonato nella «connola», poi situava la cucchiaia di legno sulla casseruola, in modo che il coperchio rimaneva un poco sollevato, e allora se ne andava a letto, quando il sugo aveva peppiato per quattro o cinque ore. Ma il ragù della signora Piscopo andava per nominata.

La proposta di legge  è firma del consigliere Tommaso Pellegrino, capogruppo di Italia Viva. All'Iniziativa parteciperanno Nicola Caputo, assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Daniele Pugliese e Alessio Strazzullo entrambi co- founder e content creator di Casa Surace e Beppe Polito scenografo e nipote di Nonna Rosetta.

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