La figlia di Vincenzo Garzillo, disperso nell’esplosione a Suviana: “Papà ha sempre amato il suo lavoro”
"Mio padre è un gran lavoratore, era andato lì per lavorare. È stato richiamato per la sua grande esperienza". Sono ore difficili per la famiglia di Vincenzo Garzillo, il 68enne che risulta tra i dispersi dell'esplosione della centrale di Suviana, dove hanno perso la vita 5 persone e ne risultano ferite diverse, anche in modo grave. Mentre le ricerche proseguono senza sosta in Emilia Romagna, a Pianura, quartiere napoletano dove vive la famiglia di Vincenzo Garzillo, il telefono squilla di continuo. In casa ci sono la moglie e la figlia Fara, circondate da amici e parenti.
Vincenzo ha lavorato dal 1978 in Enel, prima di andare in pensione. Successivamente, come racconta la figlia, è stato richiamato come consulente. "Non sarebbe andato se non avesse pensato che la sua esperienza era necessaria. Altrimenti avrebbe detto no. Era lì per offrire la sua competenza lavorativa, è stato richiamato e ha valutato se accettare. Mio padre quando è andato in pensione stava male, perché ha amato il suo lavoro dal primo momento in cui l'ha fatto. È tornato quando ha capito che era utile la sua esperienza".
In casa, dove la sua famiglia ci ha accolto, non ci sono solo amici e parenti, ma anche suoi colleghi che spiegano quanto, anche in pensione, si sia sempre messo a disposizione dei più giovani. Anche la moglie di Vincenzo racconta che il marito, nella sua carriera, ha visto molte centrali: "Sa quante ne ha viste? Dalle Alpi alle piramidi. È stato in Sardegna, in Sicilia, a Torino. È andato ovunque".
Il telefono squilla di continuo. Tutti sono concentrati solo sulle ricerche. Prima di accompagnarci alla porta, la figlia Fara aggiunge: "Enel è una grande azienda dove si lavora in sicurezza. Mio padre fino al 2022 era un dipendente Enel. Se è stato richiamato è perché la sua esperienza era utile e necessaria. L'unica cosa che speriamo è che ora il suo corpo venga ritrovato il prima possibile".