I tedeschi lo chiamano schadenfreude ed è il piacere provocato dalla sofferenza altrui. Rende meglio dell'italiano aticofilia ed è un concetto che spesso si ritrova applicato alle vicende che accadono nella città di Napoli.
Sapete qual è stata oggi la cosa più cercata su Google in relazione alla festa scudetto del Napoli? Feriti e morti. Ieri sera s'è avuta notizia di persone colpite da proiettili e di altre portate ai vari pronto soccorso della città causa botti , incidenti stradali o ubriachezza molesta. Il fatto c'è, nessuno lo nasconde: degli oltre duecento feriti abbiamo un dettagliato report degli ospedali napoletani. Non sono tutte mani mozzate dai botti, ci sono anche gli intossicati dai fumogeni, ci sono pure le crisi di panico per agorafobia. E c'è pure chi per la prima volta nella sua vita s'è fatto una canna e gli è presa male.
Questo non toglie nulla ai fatti. E i giornalisti i fatti raccontano. Ma nell'analisi un numero da solo non è niente, se non messo in relazione con il contesto. Così il numero di feriti, 203, messo in relazione con i 500mila che si stima siano transitati per le piazze e le strade di Napoli sapete che percentuale fa ? Lo 0,041%. Zero virgola zero quattro uno. Cinquecentomila in strada (stima per difetto), in una città capoluogo che fa secondo Istat 913mila abitanti residenti.
Schadenfreude, piacere dei guai altrui. Oggi tantissime persone hanno cercato informazioni sui feriti e sui morti, per confermare il bias negativo che hanno di Napoli, quello d'una città eccessiva, incapace di godere civilmente dei propri traguardi. Il casino, il caos c'è stato. I feriti pure. Il morto di camorra ci ricorda che questo cancro della città è pronto in ogni momento, come un parassita, a far sentire la sua presenza.
Ma non dite che è stata una festa incivile. Chiassosa, incredibilmente trash in certe sue esibizioni, illegale se si pensa agli scooter che hanno circolato senza permesso, ai botti che non dovevano essere esplosi in strada. Ma ricordatevi il rapporto fra ciò che c'era in strada e ciò che è accaduto. Perché se il calcio non è una scienza esatta, la matematica lo è.