Provate a travasare cento litri d'acqua in dieci bottiglie da un litro e avrete l'idea del problema trasporti di Napoli, ma anche di quello del pronto soccorso sanitario, ma anche di quello del traffico veicolare privato, durante questi giorni di Festa scudetto.
Napoli scopre la sua "coperta corta" nel momento in cui le sue istituzioni sono chiamate a pianificare un afflusso monstre di festanti tifosi nelle zone nevralgiche del traffico partenopeo: lo stadio di calcio, il centro storico, il salotto buono.
Ci possono essere corse della metro per più tempo, ma non possono esserci più corse ogni ora per il motivo semplice che i treni questi sono e i macchinisti quelli sono. Possono esserci più vigili urbani a presidiare le strade, più poliziotti, più carabinieri, ma il rapporto fra persone e agenti sarà sempre iniquo.
Napoli non potrà assicurare sette giorni su sette analoga copertura dei trasporti per un semplice motivo: non ha i soldi. Non ci sono abbastanza quattrini nelle casse del Comune per coprire le richieste di straordinari lavorativi se non quando strettamente necessario e pure lì sarà un sacrificio.
Sul sistema sanitario i soldi li mette la Regione Campania. Ma la coperta resta corta pure lì: la scorsa settimana all'ospedale Cardarelli fra ponte del primo maggio e piano scudetto sono stati sospesi per i giorni del weekend i ricoveri programmati (quelli non urgenti e non indifferibili) in 7 reparti. Se i medici e gli infermieri sono in un posto non possono essere in un altro, Napoli non è Roma, è 10 volte più piccola, non è Milano, è sicuramente molto più povera la sua cassa civica. Forse è meglio tenerne conto davanti a grandi eventi del genere. Siamo davvero in equilibrio precario, come l'uovo di Virgilio.