La droga dei terroristi arabi passava per Salerno: 2 arresti, sequestrate tonnellate di captagon
La droga partiva dalla Siria, paese inserito nelle black list dei Paesi Schengen per traffico di armi e stupefacenti, arrivava al porto di Salerno, dove veniva spostata in altri container e lì la spedizione, una volta "ripulita", poteva ripartire come spedita dal porto campano ed essere inviata ovunque, anche nei paesi arabi. Un traffico da decine di tonnellate per ogni viaggio, come testimonia il maxi sequestro delle Fiamme Gialle del 2020, quando sotto chiave finirono quasi 3 tonnellate di hashish e 14 tonnellate di captagon, le anfetamine che vengono usate da soldati e guerriglieri, terroristi compresi, per cancellare la paura.
Proprio da quel sequestro, che all'epoca fu il più grande mai avvenuto per questo tipo di stupefacenti, erano partite le indagini che hanno portato, oggi, alle misure cautelari per i due ritenuti responsabili del traffico di droga internazionale: si tratta di Alberto Eros Amato, 45enne originario di Grammichele (Catania), titolare di una società di servizi elvetica, e di Giuliantonio Apicella, 48enne di Salerno, spedizioniere doganale titolare della "Apicella Luigi e Figli Srl". L'imprenditore svizzero è stato rinchiuso nella casa circondariale Rebibbia di Roma, mentre lo spedizioniere salernitano è stato sottoposto agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Baronissi.
A Salerno la droga dell'Isis, maxi sequestro di anfetamine
Il maxi sequestro risale al giugno 2020. Il Nucleo PEF di Napoli, nel porto di Salerno, scovò un enorme carico di droga all'interno di 4 container commerciali provenienti dalla Siria e diretti verso il Medio Oriente, con transito presso lo scalo locale: 2.844,5 chili di hashish e 14.191,88 chili di anfetamine del tipo captagon, per un totale di oltre 17 tonnellate di droga. Come spiegato dal colonnello Furciniti a Fanpage.it, si trattava del più grande sequestro di questo tipo mai realizzato.
Inizialmente il sequestro fu effettuato a carico di ignoti ma le successive indagini, avviate dalle Procure di Salerno e Napoli e condotte dai GICO – GOA dei Nuclei Pef di Salerno e Napoli, hanno portato all'individuazione dei due indagati attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche e con mirati accertamenti bancari con cui sono stati scoperti i pagamenti, transitati estero su estero, dalla società svizzera allo spedizioniere.
Traffico dei terroristi, Salerno lo scalo tra Siria e Medio Oriente
Secondo quanto appurato dagli inquirenti la droga arrivava dalla Siria via mare, nascosta in carichi di copertura come macchinari di movimento terra e bobine di carta industriale. Una volta arrivato il carico a Salerno, lo spedizioniere provvedeva a cancellare qualsiasi collegamento con la Siria, tra documentazione commerciale e segni distintivi. L'agente doganale emetteva delle nuove polizze di carico della spedizione, mentre l'imprenditore svizzero produceva una nuova fatturazione attraverso aziende commerciali che erano nelle sue disponibilità.
Il carico di droga veniva quindi spostato in un nuovo container e in questo modo poteva ripartire come se si fosse trattato di una spedizione non più proveniente dalla Siria, ma partita in origine dal porto di Salerno, e quindi bypassando qualsiasi tipo di controllo che in caso contrario sarebbe stato inevitabile. A quel punto la droga poteva riprendere il viaggio verso i Paesi Arabi.