L'omicidio di Giovanbattista Cutolo a Napoli

La commovente lettera della sorella Lulù ai funerali di Giovanbattista: “Napoli non è Mare Fuori, sei tu”

Ludovica Cutolo, detta Lulù, sorella di Giovanbattista, gli ha dedicato una commovente lettera, che è stata letta in chiesa durate i funerali del 24enne.
A cura di Valerio Papadia
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Tutta Napoli ha partecipato ieri, mercoledì 6 settembre, ai funerali di Giovanbattista Cutolo, il musicista 24enne ucciso a colpi di pistola da un 17enne lo scorso 31 agosto. In una chiesa del Gesù Nuovo gremita di rappresentanti delle istituzioni, amici, familiari e comuni cittadini, tutta la città – grazie anche alle dirette televisive – ha partecipato a questo momento così doloroso. Tra i momenti più commoventi delle esequie c'è stata sicuramente la lettera che Ludovica Cutolo, chiamata da tutti Lulù, ha voluto dedicare al fratello: una donna si è presentata sull'altare e ha letto davanti a tutti le parole commoventi e appassionate che Lulù ha scritto per Giovanbattista.

Una lettera molto personale, quella scritta da Ludovica al fratello morto ma nella quale la ragazza non riesce a parlare di lui al passato. Lulù racconta della complicità tra i due sin dalla più tenera età, degli scherzi ma anche di come lei e suo fratello si spalleggiassero sempre. "A te non è mai importato cosa io decidessi, mi assecondavi. Non ti è mai importato cosa io volessi, lo esaudivi".

Lulù si è poi concentrata sugli insegnamenti che Giovanbattista le ha lasciato: "Imitando te ho imparato che nessun va lasciato da solo – scrive la ragazza -. Per te è sempre stato così naturale mettersi ‘dalla parte di' invece di farsi da parte. Persino con il tuo strumento". E poi: "Non hai mai temuto di essere invadente, pur essendo un gigante buono, tu dimostri con la tua discrezione e gentilezza che esserci è sempre più importante che non esserci".

Nella lettera, Ludovica Cutolo affronta anche il rapporto di suo fratello Gio Giò con Napoli, la città che lui amava e che invece lo ha strappato all'affetto dei suoi cari. "Non ho intenzione di restare qui, anche se tu ami questa città e mai l'avresti lasciata, nonostante io ti abbia sempre spinto a farlo. Ti ci senti a casa, a mia differenza, e ora che mi ha anche tradito, Giò, non posso sopportarla. Non ho intenzione di pensare che tu ti sia sacrificato per lei, per noi.

In conclusione, arriva forse il passaggio fondamentale della lettera. Lulù scrive a Giovanbattista: "Hai proprio una bella squadra qui, hai degli splendidi fratelli che continuano a parlare come te. Io lo so che Napoli sei tu e non è ‘Mare Fuori', non è ‘Gomorra', non è ‘Il boss delle cerimonie'".

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