“La cocaina colombiana è buona, non brucia il naso”: i narcos discutono su quale comprare
La cocaina proveniente della Colombia "era buona, non aveva quell'odore pesante che ti brucia il naso", ma evidentemente non riscuoteva lo stesso successo nelle piazza di spaccio di quella Boliviana, tanto che una fornitura era stata rimandata indietro con tanto di scuse per il viaggio a vuoto. Dialoghi e confronti tra spacciatori e fornitore, che sono stati captati tramite uno spyware installato in un cellulare e sono finiti nell'ordinanza a carico di 29 indagati ritenuti legati al clan Sorianiello di Soccavo, eseguita ieri mattina dai carabinieri.
La cocaina colombiana rimandata indietro
A parlare sono Simone Bartiromo (destinatario della misura, irreperibile) e Carmine Fenderico e Antonio Ranieri, entrambi arrestati nel blitz. É il 26 marzo 2021, i tre discutono di quale cocaina comprare. "Il Colombiano è spettacolare, io per sfizio te lo mandai", dice Bartiromo, riferendosi a una precedente consegna.
Ranieri gli dà ragione, aggiungendo che "non aveva quell'odore pesante che ti brucia il naso". Fenderico, però, risponde che la droga gli serviva per la piazza di spaccio e che si era accordato per la cocaina boliviana e così, quando gli era stata data quella colombiana, aveva dovuto mandarla indietro.
L'acquisto della cocaina boliviana per la piazza di spaccio
Per il nuovo acquisto, però, i due non intendono rivolgersi altrove ma vogliono trattare ancora con Bartiromo; l'uomo, che in un altro dialogo lascerà intendere di essere vicino al clan Di Lauro, secondo la ricostruzione dei magistrati avrebbe fatto da fornitore per il gruppo dei Sorianiello, clan che tramite lui si sarebbe imposto nella periferia Ovest di Napoli per la vendita all'ingrosso di stupefacenti dopo i mandati di arresto per i narcos internazionali Cerrone e Imperiale.