La città di cemento: così a Pomigliano d’Arco è stato fatto fuori chi indagava su camorra e mattone
Quella che vede come protagonista il colonnello Luigi Maiello, ex comandante della polizia municipale di Pomigliano d'Arco (Napoli), rischia di essere l'ennesima triste storia della pubblica amministrazione, dove chi fa il suo lavoro viene punito, e chi non rispetta le regole la fa franca. Rischia, perché non è ancora detta l'ultima parola. Il territorio dove si svolge questa storia è Pomigliano d'Arco, alle porte di Napoli, un tempo noto soprattutto per lo storico stabilimento d'auto ex Alfa Romeo oggi Fiat – Stellantis, azienda la cui attività è ridotta ormai al lumicino. Un Comune che negli ultimi anni è diventata un'area depressa dove però le costruzioni di case si sono incrementate in maniera importante.
Un affare da decine di milioni di euro per costruire stabili residenziali, magari da vendere a chi non può più permettersi di vivere a Napoli. Circa 800 nuovi appartamenti costruiti con il "piano casa" che consente di aumentare le cubature di vecchi fabbricati fino al 30%. Ma a Pomigliano, da quello che emerse dalle indagini di Maiello, ci avevano preso la mano, aumentando a dismisura le volumetrie, tutto fatto con permessi a costruire rilasciati dal Comune.
Tra le aziende che hanno investito nel mattone anche alcune legate ai familiari del capoclan Nicola Foria, condannato in via definitiva per reati aggravati dal metodo mafioso. Davanti al sequestro dei cantieri per un valore di 60 milioni di euro, una complessa macchina si è messa in moto contro Maiello, fino ad arrivare ai vertici del Comune di Pomigliano d'Arco. L'inchiesta "La città di cemento" vi porta a scoprire come hanno provato a distruggere un servitore dello Stato.
Le indagini sugli abusi edilizi: "Una interpretazione fantasiosa del piano casa"
Nel 2020 a Pomigliano d'Arco vince le elezioni Gianluca Del Mastro. Un fatto nuovo per quei tempi politici, per la prima volta Partito Democratico e Movimento 5 Stelle si presentano insieme alle elezioni amministrative in Campania, e riescono ad eleggere il Sindaco di un grande Comune. A capo della Polizia Municipale, Del Mastro trova Luigi Maiello, già noto per le sue indagini contro lo sversamento illegale dei rifiuti e per le indagini sulle proprietà dei terreni in odore di camorra nei dintorni della nuova stazione Tav di Afragola. Maiello avvia un'indagine sulle decine e decine di cantieri che sono attivi in città, molti dei quali nel pieno centro storico, e scopre diverse irregolarità. Si tratta di permessi a costruire nell'ambito delle agevolazioni del "piano casa" rilasciati dall'ufficio tecnico del Comune negli anni precedenti.
Il meccanismo ce lo spiega lo stesso Maiello: "Era molto semplice, veniva acquistato un rudere, un edificio diroccato, si pagava il proprietario, spesso regalandogli uno degli appartamenti che sarebbero poi stati realizzati – spiega – dove c'erano due piani loro però ne realizzavano fino a 5". Il piano casa dava la possibilità di aumentare le cubature del 30%, ma i costruttori ci avrebbero preso la mano, secondo le indagini. "L'ufficio tecnico del Comune rilasciava dei permessi a costruire con dei presupposti falsi" sostiene Maiello. E così in pochi anni i cantieri spuntano come funghi fino ad arrivare alla bellezza di 800 nuovi appartamenti in costruzione. "C'è stato un rilascio di permessi a costruire quanto meno dubbi – spiega a Fanpage.it Vito Fender, consigliere comunale di "Rinascita Pomigliano" – con una interpretazione del piano casa quanto meno fantasiosa. Pensate che sono sorti 800 nuovi appartamenti, in una città che non ha assolutamente bisogno di case ed in cui l'inquinamento da polveri sottili è tra i primi in Italia". La portata delle opere porterebbe ad una definizione da vero e proprio sacco edilizio. Maiello dopo le indagini, inizia a sequestrare i cantieri ed a bloccare i lavori. Il valore commerciale degli immobili sequestrati dalla polizia municipale di Pomigliano d'Arco è di circa 60 milioni di euro.
Tra le aziende che avevano investito nelle costruzioni del piano casa, c'era anche la Piramide, colpita da interdittiva antimafia. "Il Comune di Pomigliano non si accorge che la Piramide aveva una interdittiva antimafia – sottolinea Maiello – è un'azienda riconducibile ai familiari del capoclan Nicola Foria condannato in via definitiva per reati aggravati dal metodo mafioso". Colate di cemento, appartamenti dal valore di milioni di euro, ed un'azienda con interdittiva antimafia riconducibile al clan Foria. Il colpo dato dalle indagini di Maiello e dei suoi uomini è di quelli importanti. "Maiello è stato protagonista di una battaglia epica, con il sequestro di beni per milioni di euro" ci dice Francesco Borrelli, deputato dell'Alleanza Verdi e Sinistra. "I Foria hanno realizzato costruzioni per milioni di euro, quindi quando Maiello ha fatto i sequestri, gli ha fatto un danno vero, un sequestro importante" sottolinea Borrelli. Sotto la lente delle indagini finiscono anche i permessi rilasciati dall'ufficio tecnico del Comune. "La camorra guarda con interesse ai Comuni – ci dice Carmela Auriemma, deputata del Movimento 5 Stelle – sono i principali attori economici del territorio, ma non solo per gli appalti, anche per i permessi a costruire, quindi è normale che attenzionino quegli ambienti".
Il dossieraggio anonimo e l'attentato alla caserma
Nonostante le proteste dei costruttori, le indagini della polizia municipale continuano, vengono aperti fascicoli in Procura, e molti dei ricorsi dei costruttori vengono respinti, lasciando i cantieri fermi e le abitazioni non finite. Inizia una attività di dossieraggio anonimo nei confronti di Maiello. Un plico da 40 pagine che viene inviato a tutte le istituzioni, alle forze dell'ordine, a giornali locali, in cui si muovono accuse nei confronti di Maiello. "Oltre ad una serie di minacce nei miei confronti e di offese, in questo dossier si sostiene che le mie lauree siano false" spiega Maiello. Tre diplomi di laurea conseguiti in tre Università diverse, tutte perfettamente riconosciute dalla pubblica amministrazione. Il dossier arriva anche sul tavolo del Sindaco Del Mastro, che, fatte le verifiche, rinnova la fiducia a Maiello. Ma il comandante presenta a sua volta una denuncia in Procura per le pesanti diffamazioni riportate nel dossier anonimo.
La polizia di Stato su mandato della Procura svolge le indagini e riesce a scoprire il "postino". Si tratta di un geometra che collabora con la famiglia Foria, promuovendo la vendita delle case costruite dalla società Piramide. E' lui che viene ripreso dalle telecamere degli uffici postali in cui si reca a inviare decine e decine di plichi con il dossier anonimo spendendo tra l'altro migliaia di euro in costi di spedizione. Il geometra è identificato e rinviato a giudizio. Ma quella campagna diffamatoria, di cui ancora non si sa chi ha pagato le spese, sarà alla base dell'ulteriore assalto a Maiello e alle sue indagini. Prima però c'è un altro gravissimo episodio. E' il 1° gennaio del 2022, la notte di Capodanno, quando un incendio doloso colpisce la caserma dei vigili urbani di Pomigliano d'Arco. Vengono date alle fiamme tutte le auto di servizio, si tratta di auto di grossa cilindrata confiscate ai clan di camorra e messe a disposizione del comando della polizia municipale. Le fiamme avvolgono le vetture e lambiscono anche l'appartamento del custode del comando, che riesce a scampare alle fiamme avvisando i vigili del fuoco. E' l'inizio di un anno, il 2022, dove si compirà il disegno definitivo di chi aveva interesse a sbloccare i cantieri.
Lo scioglimento del Comune e la discesa in campo di Lello Russo
Passano pochi mesi dall'attentato alla caserma dei vigili urbani, che il Comune di Pomigliano d'Arco viene scosso da un terremoto politico. "Molti consiglieri di maggioranza che sostenevano il Sindaco Del Mastro, vanno dal notaio e si dimettono in massa – racconta il consigliere Fender – in questo modo si arriva allo scioglimento del Comune. Solo noi come Rinascita Pomigliano ci opponiamo alla caduta di Del Mastro. Ma non è tutto, molti dei consiglieri che militavano nel Pd e nel Movimento 5 Stelle, passano armi e bagagli all'opposizione". Ed è proprio questo che colpisce, Del Mastro viene fatto cadere dai suoi stessi consiglieri, quegli esponenti dei due partiti che proprio sulla vittoria di Pomigliano avevano costruito quell'alleanza che poi sarà riprodotta ovunque in Campania. "Per noi fu un fulmine a ciel sereno – racconta la deputata grillina Auriemma – non ci aspettavamo una cosa del genere. Sia nella sostanza che nella forma, lui fu fatto cadere da quelli che lo avevano eletto". Il terremoto è così forte che l'emorragia di consiglieri da Pd e Movimento 5 Stelle verso l'opposizione, fa in modo che i due partiti non siano nemmeno nelle condizioni di ripresentarsi alle elezioni. Non c'era più nessuno, tutti spariti, e alcuni di questi andarono a sostenere la candidatura di Lello Russo. E' lui lo strumento per bloccare Maiello, e non c'è bisogno di interpretare, è lui stesso a ribadirlo più volte durante la campagna elettorale. Ha 83 anni, ha fatto il Sindaco già per 6 volte, e si ricandida ancora. "Il suo programma era tutto basato sulla riapertura dei cantieri che Maiello aveva fatto sequestrare" spiega Fender. Pd e M5S non presentano la lista, riescono a farlo all'ultimo minuto solo i Verdi. "Il nostro candidato Sindaco durante quella campagna elettorale fu picchiato selvaggiamente in strada – racconta Francesco Borrelli – e Russo fece una campagna elettorale dicendo che la camorra a Pomigliano non esiste".
"La camorra non esiste"
Russo non ha rivali, vive la campagna elettorale come un monologo solitario che lo porta al trionfo scontato. Dietro di lui esultano i costruttori. Durante i comizi show della campagna elettorale farà affermazioni gravissime, ripetute anche successivamente in altri contesti. "Ci dobbiamo capire, o la camorra c'è e va combattuta, e io dico che non è così, o la camorra non c'è e dobbiamo togliere la camorra di mezzo" afferma in un comizio. Ed ancora: "Il comandante dei vigili urbani si è inventato il sacco edilizio per mettersi una medaglia di latta al petto, si è inventato la camorra a Pomigliano per mettersene un'altra. Hanno incendiato le auto, io inizialmente ho pensato che se le era incendiate stesso lui per dare ulteriore sostegno a questa ipotesi assurda della camorra a Pomigliano". Affermazioni gravissime, accolte però nei comizi dagli applausi. Russo arriva in campagna elettorale a promettere ripercussioni immediate nei confronti di Maiello annunciando provvedimenti contro di lui, definendolo "uno che non ha cervello" messo lì da Del Mastro che gli avrebbe "dato le chiavi della città". "Russo tutte queste cose le ha dette in diretta – racconta Francesco Borrelli – un Sindaco che arriva a dire che la camorra non esiste è un cialtrone. Le cose sono due, o sei scemo, e non credo proprio che Russo sia scemo, oppure stai lasciando scientificamente un messaggio".
Il licenziamento del comandante
Con Russo divenuto Sindaco, Maiello viene immediatamente spostato dal comando dei vigili urbani, viene spedito a dirigere l'ufficio dello stato civile del Comune di Pomigliano. A sua volta l'amministrazione prova a mantenere le promesse elettorali, viene approvato un regolamento comunale che da la possibilità a chi ha ricevuto un diniego a costruire, quindi una pratica chiusa con esito negativo, di ripresentare le domande. Prima di Maiello a saltare era stata la dirigente dell'ufficio tecnico comunale nominata da Del Mastro proprio per contrastare le irregolarità. "Ci sono due modi per eliminare definitivamente un clan, togliergli tutti i soldi ed impedire che gli affari illeciti passino alle nuove generazioni" ci dice Borrelli. Proprio il deputato di Avs presenta due interrogazioni al Ministro degli Interni, Matteo Piantedosi, ancora oggi senza risposta, sull'operato di Russo e sulle parole pronunciate contro Maiello. "Quello che succede a Maiello è un atteggiamento tipo all'italiana – sottolinea il consigliere Fender – nella pubblica amministrazione quando c'è qualcuno che fa venire fuori un illecito, non si persegue l'illecito commesso ma chi ha fatto venire fuori quel fatto".
La vendetta definitiva si compier l'8 aprile di quest'anno quando il Sindaco Russo licenzia Maiello dal Comune di Pomigliano d'arco. Guarda caso le motivazioni alla base dell'atto sono le stesse che venivano riportate nel dossieraggio anonimo di cui lo stesso comandante era stato vittima. Gli viene contestato che le sue tre lauree siano false. "Quando si vanno a colpire determinate figure su un territorio, che sono riconosciute, che segnale stiamo dando ai poteri criminali?" si chiede la deputata Auriemma. Con Maiello licenziato e la riapertura dei termini per presentare i permessi a costruire, il disegno sembra completo. "Io credo che ci siano gli estremi per far intervenire una commissione d'accesso al Comune di Pomigliano d'Arco – denuncia Borrelli – e mi auguro che il Ministro Piantedosi si applichi su questa questione". Resta questa la strada più immediata per fare luce su quello che sta avvenendo a Pomigliano d'Arco. A Maiello, che intanto ha presentato ricorso contro il licenziamento, chiediamo se rifarebbe tutto di nuovo. "Molti colleghi del Nord, ai quali devo molto, mi hanno detto ma come fate tu e qualche altro collega a lavorare così? Dovete venire a lavorare qui al Nord. Io per un momento ho esitato, e poi mi sono detto di no. Io rifarei tutto, tanto lo so alla fine che vincerò, e rifarei tutto".