La Campania vieta la carne sintetica: “No ai cibi prodotti in laboratorio”

La Regione ha intenzione di vietare la diffusione del cibo sintetico in Campania. Parliamo di quel cibo (in particolare carne) prodotto coltivando cellule animali in laboratorio. Motivo del no: il rischio della «compromissione di biodiversità e sistema agroalimentare locale. Senza tener conto dei rischi alla salute derivanti dal consumo di cibi ottenuti in laboratorio».
A parlare è l'assessore all'Agricoltura della Regione Campania, Nicola Caputo, a margine della Giunta regionale che ha visto l'approvazione della delibera sui pericoli connessi alla produzione, l'uso e la commercializzazione di nuovi alimenti non tradizionali. Spiega l'assessore della giunta presieduta da Vincenzo De Luca:
La Campania prende una posizione chiara nei confronti di norme che, già ad inizio 2023, potrebbero essere introdotte in Ue con i primi prodotti autorizzati da Efsa e Commissione UE.
Condividiamo la petizione promossa dalle Organizzazioni professionali agricole, in particolare Coldiretti, e da altre associazioni del comparto agroalimentare. Lavoreremo ad iniziative di informazione e sensibilizzazione attinenti ai pericoli del cibo sintetico, sia sotto il profilo sanitario, sia per gli aspetti ambientali e culturali.
Secondo gli ultimi dati del Crea, il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi economica, ricorda la Coldiretti, il 75% degli italiani non sarebbe disposto a portare a tavola nel piatto quella che è stata definita «la carne’ di Frankestein».
Conclude l'assessore campano:
Il cosiddetto cibo sintetico si riferisce ad un modello produttivo del tutto avulso dalle identità e dalle specificità territoriali locali.
Il rischio, peraltro, è di marginalizzare anche le nostre produzioni tradizionali connesse alle varietà tipiche e distintive, e alla biodiversità dei tanti agroecosistemi di cui la Regione Campania è ricca.
Non vogliamo latte senza mucche e pesce senza mari nella nostra regione.