La Campania resta zona arancione Covid: cosa si può fare e cosa no
La Campania resta zona arancione Covid anche nella prima settimana di marzo: l'indice RT di contagio, al 26 febbraio, è pari all'1,04, con rischio moderato ed alta probabilità di progressione. Si resta dunque in zona arancione almeno per un'altra settimana, ma il rischio è di scivolare verso la zona rossa qualora l'RT di contagio raggiunga quota 1.25 entro il prossimo venerdì. Non sono, comunque, state segnalate criticità per quanto riguarda i posti letto negli ospedali né nel sistema sanitario, ma è stato registrato un cospicuo aumento dei focolai in tutta la regione. Restando in zona arancione, restano quasi tutte le regole già in vigore nei giorni scorsi, con l'unica eccezione delle scuole, per la quale è arrivata nelle scorse ore una nuova ordinanza ad hoc del presidente Vincenzo De Luca.
Cosa cambia per le scuole in Campania
L'ordinanza numero 6 del 27 febbraio 2021 ha sancito dunque una nuova chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e grado della Campania a partire da domani 1° marzo e fino al 14 dello stesso messo. Troppi i contagi in regione, molti dei quali proprio all'interno dei plessi scolastici. Le regole della zona arancione, tuttavia, permettono la didattica in presenza (tra il 50% ed il 75%), e dunque si prospetta un nuovo ricorso al TAR da parte dei comitati No DaD della Campania: per ora, comunque, le scuole della Campania restano chiuse.
Cosa cambia per spostamenti, negozi e coprifuoco in Campania
Tutto come nei giorni scorsi, invece, per quanto riguarda le altre regole tipiche della zona arancione: coprifuoco dalle 22 di sera alle 5 del mattino seguente, stop agli spostamenti sia tra Comuni sia all'esterno della Campania, con le solite eccezioni riguardanti salute, lavoro e necessità: servirà dunque l'autocertificazione. Ancora chiusi bar, ristoranti e locali di ristorazioni, ma è consentito l'asporto dalle 5 alle 18 per tutti, fino alle 22 per chi non rientra di codici ATECO 56.3 (bar senza cucina e altri esercizi di ristorazione simili) e 47.25 (commercio al dettaglio di bevande). Aperti i centri commerciali in settimana, mentre nei giorni festivi e prefestivi (id est, il fine settimana) devono restare chiusi tutti i negozi al proprio interno, con l'eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole. Chiusi musei e parchi archeologici, salve le biblioteche dove si possa prenotare l'accesso o la consultazione degli archivi. Restano in vigore tutte le regole sul contenimento del contagio: mascherina obbligatoria anche all'aperto, rilevazione della temperatura all'ingresso di locali pubblici (con divieto di accesso se superiore a 37.5), divieto tassativo di assembramenti.