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Le notizie sugli stupri al parco verde di Caivano

La camorra del Parco Verde si riorganizza: “delocalizzazione” e alleanze per reagire ai blitz

I clan del Parco Verde costretti a riorganizzarsi dopo l’affondo delle forze dell’ordine; su Caivano il Governo ha richiesto l’interessamento dell’intelligence.
A cura di Nico Falco
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Riorganizzare, diversificare, delocalizzare: in altre parole, rivedere la logistica per preservare gli affari o, quantomeno, ridurre i danni. Esigenze d'impresa, ma che potrebbe applicarsi anche alla camorra del Parco Verde di Caivano: il blitz interforze di ieri mattina potrebbe essere il punto di svolta, sicuramente il primo di una lunga serie di interventi che impongono a chi gestisce la droga tra quei caseggiati popolari di correre ai ripari.

E questo significa cercare nuove strade, nuovi modi, nuove alleanze. Anche alla luce della richiesta arrivata direttamente dal governo di Giorgia Meloni: interessare l'intelligence per un monitoraggio costante di quello che succede in quel «mondo a sé» alle porte di Napoli.

Il blitz al Parco Verde e al Bronx: 400 uomini in campo

Martedì 5 settembre Carabinieri, Polizia di Stato e Guardia di Finanza, col supporto della Polizia Metropolitana, hanno preso d'assedio il Parco Verde e le palazzine ex Iacp, il "Bronx" di via Atellana. Una giornata di pattugliamenti e perquisizioni, i verbali di sequestro parlano di poco meno di 50mila euro in contanti, armi, munizioni e ordigni artigianali, e circa 800 grammi di droga tra marijuana, hashish e cocaina.

Al netto di quanto finito sotto chiave durante la "alto impatto", operazioni di questo tipo hanno un secondo effetto, probabilmente ancora più importante: rendono il clan più vulnerabile, lo costringono a riorganizzarsi e a spostare droga e armi dai depositi.

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Il clan riorganizza la logistica

L'operazione arriva dopo una lunga opera di sfiancamento messa in campo dai carabinieri di Caivano che, da quando è stata istituita la Compagnia, nel luglio 2022, hanno focalizzato uomini e risorse sul contrasto al narcotraffico arrestando decine di persone nel giro di pochi mesi; l'ultimo blitz dell'Arma è del 2 settembre, poche ore prima della maxi operazione.

Di sicuro c'è che le piazze di spaccio difficilmente potranno funzionare come hanno fatto fino ad oggi: sono troppo esposte, il valore dei sequestri e il numero di arresti inciderebbero troppo sui guadagni della droga. E così il clan potrebbe decidere spostare, anche se temporaneamente, le piazze di spaccio altrove.

Una "delocalizzazione" che potrebbe permettere di mantenere il controllo del narcotraffico e che potrebbe venire attuata grazie ai contatti con gli altri gruppi criminali: negli anni gli inquirenti hanno ricostruito i rapporti che legano la camorra del Parco Verde con gli Scissionisti stanziati a Melito e l'Alleanza di Secondigliano, ma anche con il clan Silenzio di San Giovanni a Teduccio.

Della "rete di protezione", poi, farebbe parte anche il potentissimo clan Moccia, ancora egemone o comunque molto influente in numerose cittadine dell'hinterland nord, Caivano compresa: Antonio Ciccarelli viene considerato storicamente legato al clan di Afragola.

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Il sistema dei Sautto-Ciccarelli: 12 piazze di spaccio

Il sistema droga del Parco Verde, ricostruito dagli inquirenti, è una macchina perfetta che si regge su tre punti fondamentali: una struttura gerarchica ferrea, valanghe di droga, e quindi di denaro, e punizioni feroci per chi sgarra. L'organizzazione, riportano i magistrati, era così ben organizzata che nel 2014, quando Nicola Sautto venne scarcerato pochi giorni dopo l'arresto di Antonio Ciccarelli e prese le redini, decise di apportare modifiche minime, lasciando gli stessi "capi piazza" per non causare interruzioni nel flusso di denaro e di droga.

Nell'ordinanza sfociata in una cinquantina di arresti nel maggio 2021 viene ricostruita la composizione delle piazze di spaccio, divise tra quelle direttamente gestite dai clan, cosiddette "dei carcerati", e quelle gestite invece da soggetti esterni seppur vicini al gruppo criminale, che ottengono l'autorizzazione versando una somma mensile oppure garantendo di rifornirsi esclusivamente dal clan. Gli investigatori hanno individuato 12 piazze "autonome": 8 operative nel Parco Verde (una di queste anche nei comuni di Orta di Atella e Frattaminore), 1 nel Bronx (la zona delle palazzine Iacp), 3 a Caivano.

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