L’11 aprile 1975 la strage della Flobert: 13 operai morti nell’esplosione della fabbrica

L’esplosione della fabbrica Flobert di Sant’Anastasia, nel Napoletano, uccise 13 operai. Si salvò solo Ciro Liguoro. Era l’11 aprile del 1975.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un botto enorme proveniente dalle pendici del Vesuvio squarciò una giornata come le altre a Sant'Anastasia, nel Napoletano: erano le 13:25 dell'11 aprile del 1975, un venerdì come tanti che seguiva la domenica di Pasqua, che quell'anno cadde il 30 marzo. Quel botto era la fabbrica Flobert, che produceva proiettili per pistole giocattolo. Morirono 13 persone, sei delle quali originarie della vicina Somma Vesuviana. Erano 12 uomini e una donna, tutti operai della fabbrica. Solo uno si salvò: Ciro Liguoro, che da allora ha raccontato la sua terribile esperienza anche e soprattutto ai più giovani.

L'esplosione che uccise 13 operai

L'esplosione fu devastante: i corpi degli operai vennero dilaniati e bruciati dall'esplosione. Per alcuni fu difficile perfino ricomporre le salme. Somma Vesuviana pagò il tributo più alto con i suoi sei morti, ma complessivamente tutti i comuni vesuviani furono colpiti direttamente o indirettamente: Pollena Trocchia, Pomigliano D’Arco, Cercola, Portici. La fabbrica venne, letteralmente, disintegrata. Non era rimasto in pieni neppure un tavolo, un muro, nulla. Solo per miracolo, si salvò Ciro Liguoro, uno dei presenti in quel momento.

Ciro, l'unico superstite: "Sono vivo per miracolo"

"Di quel giorno, ricordo tutto", spiega Ciro Liguoro, l'unico superstite, "ricordo lo lo scoppio, la deflagrazione, le persone che finirono sotto di me. Sentivo chiamare aiuto, sentivo figli, madri, padri. Poi uscii da sotto le macerie, grazie a quello che definisco miracolo. All’improvviso", racconta Liguoro, "mi apparve un fascio di luce con la Madonna Dell’Arco che si avvicinava verso di me. In quel momento, ho sentito la forza per uscire fuori. A carponi sono riuscito ad andare verso il terreno, verso l’erba e sono svenuto, ritrovandomi all’Ospedale Loreto". Non ebbero la stessa fortuna gli altri: a cadere, furono Giuseppe Mosca, 20 anni; Antonio Tramontano, 21 anni; Giuseppe Sorrentino, 22 anni; Antonio Savarese, 23 anni; Mariano Barra, 24 anni; Giovanni Esposito, 25 anni; Antonio Frasca, 25 anni; Michele Allocca, 32 anni; Michele Esposito, 34 anni; Giovanni Caruso, 35 anni; Giovanni Cerciello, 39 anni; Vincenzo Florio, 42 anni.

La strage della Flobert anche nella musica

La strage non è mai stata dimenticata, soprattutto nella zona di Sant'Anastasia e dintorni. Anche la musica ha voluto mantenere il ricordo di chi morì quel giorno. Due le canzoni più note che ricordano quella strage: ‘a Flobert, di ‘E Zezi, gruppo musicale operaio. La seconda è ‘o Padrone, di Pino Daniele. In quest'ultima canzone dal sapore amaro, uscita due anni dopo la strage (1977), Pino Daniele racconta di alcuni operai che muoiono nell'esplosione di una fabbrica (‘o padrone oggi è venuto, ce vuleva parlà: "Stateve accuorte, ccà zompa tutte cose", e ‘na botta ce ha vuluto dà) e che una volta arrivati in paradiso, sperino di potersi finalmente riposare. Ed invece, il Padreterno risponde loro "Che ve site mise ‘ncapa? In Paradiso s'ha da faticà".

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