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Cristina Frazzica, travolta sul kayak a Napoli

Kayak e canoa a Napoli, non c’è una mappa dei percorsi sicuri. Ora Comune e Capitaneria ci lavoreranno

Non esiste una mappa di percorsi sicuri a Napoli per chi usa kayak e canoe. La proposta al Comune di Napoli: “Tavolo con Capitaneria e Autorità Portuale per creare corridoi sicuri”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Ad oggi non esiste una mappa di percorsi sicuri a Napoli per chi usa kayak e canoe. Le normative nazionali dicono che le imbarcazioni non a motore, come i kayak, pedalò, tavole da surf, possono navigare senza limiti, anche allontanandosi dalla costa. Mentre quelle a motore devono rispettare solo dei limiti di avvicinamento e le regole marinaresche quando incontrano altri veicoli o naviganti, ma non hanno limiti di velocità. Il problema è che in alcune aree, come la costa di Posillipo, negli ultimi anni si sta verificando una commistione di traffico, particolarmente intensa negli orari di punta, soprattutto nel weekend.

La competenza sulle acque del Golfo di Napoli è della Capitaneria di Porto. Ma al Comune di Napoli adesso, anche seguito dell'enorme crescita del fenomeno dei kayak a noleggio in città, per visitare la costa di Posillipo e Mergellina, si sta pensando di realizzare una mappa delle acque sicure, creando dei percorsi protetti che possano assicurare ai piccoli mezzi da trasporto non a motore, ma anche ai bagnanti, di poter stare tranquillamente a mare, sotto costa, senza correre rischi.

Un provvedimento per aumentare la sicurezza in mare che arriverebbe anche alla luce dell'incidente nautico avvenuto nel pomeriggio di ieri, domenica 9 giugno 2024, nel quale ha perso la vita una ragazza di 30 anni, Cristina Frazzica, investita e uccisa probabilmente da una barca a motore, che poi non si è fermata a soccorrere, mentre stava navigando con un kayak, assieme ad un amico, nella zona di mare di Posillipo antistante Villa Rosebery, residenza napoletana del Presidente della Repubblica. Sull'incidente sono attualmente in corso le indagini della Capitaneria di Porto e della Procura della Repubblica di Napoli, che stanno cercando di ricostruire quanto avvenuto. Al momento non è stato individuato con precisione il punto esatto dell'impatto.

Non è escluso, quindi, che possa essere organizzato un tavolo tecnico che possa mettere assieme Comune di Napoli, Guardia Costiera e Autorità Portuale di Napoli con l'obiettivo di arrivare alla definizione di percorsi protetti. Una sorta di "piste ciclabili" del mare. Una disciplina che al momento non esiste. Il fine sarebbe creare un percorso sotto costa che consenta al kayak e al nuotatore di percorrere in sicurezza la zona sotto costa.

Il Comune: "Ora percorsi protetti per canone e kayak"

Va in questa direzione la richiesta avanzata da Nino Simeone, presidente della commissione Trasporti, con delega al Mare del Consiglio comunale di Napoli. Nella lettera del consigliere comunale all'assessorato al Mare si legge:

L’incidente verificatosi ieri nelle acque di Posillipo, in cui ha perso la vita una giovane, ci impone di porre la massima attenzione al traffico delle imbarcazioni da diporto lungo la costa della nostra città. Il turismo diportistico, com’è noto, è in grande espansione e, purtroppo, incidenti che vedono coinvolte le piccole imbarcazioni e le canoe sono sempre più frequenti, soprattutto nei fine settimana estivi, quando il flusso di mezzi, anche di elevata potenza, è massimo.

La competenza in materia di sicurezza in mare spetta alla Capitaneria di Porto, ma proporrò all’Assessore Cosenza di promuovere un tavolo tecnico per realizzare, lungo le coste di Napoli, percorsi protetti riservati alle canoe ed ai kayak, come già avviene ad esempio a Capri, e ridurre così il rischio di incidenti.
La sicurezza in mare, per una città come la nostra, che punta molta della sua attrattività turistica anche su questa risorsa fondamentale, è una priorità e va tutelata.

Dove possono navigare i kayak sotto costa: limiti e regole

Al momento non esiste una mappa delle zone sicure per i kayak e le canoe a Napoli. Ma c'è una disciplina generale, a quanto apprende Fanpage.it da fonti della Capitaneria di Porto di Napoli, che impone alle imbarcazioni a motore di mantenere una certa distanza dalla costa in base alle sue caratteristiche morfologiche. In generale, si può dire circa 300 metri dalla costa sabbiosa e circa 100 metri dalle scogliere a picco.

Esistono delle zone considerate sicure che sono quelle riservate generalmente alla balneazione e sono prospicienti agli stabilimenti balneari. Queste ultime vengono delimitate generalmente da boe. Ci possono essere, poi, dei corridoi di lancio riservati per consentire alle imbarcazioni e alle moto d'acqua di poter partire dalla spiaggia.

Per i kayak non esistono limiti di navigazione. Possono navigare sia sotto costa, che allontanarsi tranquillamente verso il largo.

Come si evitano, quindi, gli incidenti marittimi?

In mare non esistono limiti di velocità a differenza del Codice della Strada. Per la navigazione esistono dei limiti per gli avvicinamenti, gli atterraggi, al porto, all'interno aree portuali, all'interno dei bacini. A volte c'è il divieto di planare. Più in generale valgono le regole marinaresche di prudenza, diligenza. Indicazioni da seguire nell'accostamento ad altre unità. Quindi, il rispetto di una distanza di sicurezza, che deve tenere conto sia delle dimensioni dell'imbarcazione che del moto ondoso creato da quest'ultima, che non deve creare problemi ad altre unità, in particolare se di minori dimensioni.

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