Jorit dipinge il murale di Dostoevskij sui muri dell’Istituto superiore Righi di Napoli
Un murale con il volto di Fëdor Dostoevskij, firmato da Jorit, sulle pareti dell'Istituto Tecnico Industriale Augusto Righi di Napoli. In queste ore l'artista napoletano sta realizzando il grande volto del grande scrittore russo sulla facciata dell'istituto di Fuorigrotta e nei prossimi giorni ci sarà il termine dei lavori e la "consegna" ufficiale. La scelta di Fëdor Dostoevskij cade in un momento particolare e ancora più simbolico, vista l'invasione russa dell'Ucraina e le polemiche per una sorta di "messa al bando" di un corso sullo stesso Fëdor Dostoevskij dall'università Bicocca di Milano, salvo poi il ritorno sui propri passi.
Il volto di Fëdor Dostoevskij sui muri dell'Augusto Righi
"Si tratta del progetto "Right between the eyes" della Fondazione Jorit con la Regione Campania", spiega a Fanpage.it la preside dell'Istituto Righi, Giovanna Martano, "che così avrà anche due murales, uno interno ed uno esterno, di prim'ordine e a costo zero". Già questa mattina molti curiosi avevano notato i lavori in corso, che si protrarranno ancora qualche giorno. "Al momento è impossibile dire la data di consegna, ma contiamo che ci sarà al più presto". La scelta di Fëdor Dostoevskij è invece dello stesso Jorit, come spiegato dalla stessa Martano. "Inizialmente avevamo solo qualche indizio, poi lo abbiamo scoperto anche noi come tutti quando ha iniziato a prendere forma".
Il testo di Pasolini come sfondo al murale
Come da tradizione, anche in questo caso Jorit ha scelto un testo a fare da "sfondo", che verrà coperto dal volto del grande scrittore russo. Il testo è quello di Pier Paolo Pasolini, tratto da "Uccellacci e Uccellini", ed è fortemente attuale:
Bisogna cambiarlo questo mondo, Fra’ Ciccillo, è questo che non avete capito. Un giorno verrà un uomo dagli occhi azzurri e dirà: "Sappiamo che la giustizia è progressiva e sappiamo che man mano che progredisce la società, si sveglia la coscienza della sua imperfetta composizione e vengono alla luce le disuguaglianze stridenti e imploranti che affliggono l’umanità." Non è forse questa avvertenza, della disuguaglianza fra classe e classe, fra nazione e nazione, la più grave minaccia della pace?