Ischia, 50mila tonnellate di fango da ripulire dopo l’alluvione che ha causato 12 morti
Passata la prima fase, quella più critica, dell'alluvione che ha devastato Casamicciola lo scorso 26 novembre, provocando la morte di 12 persone, sull'isola di Ischia ora ci si interroga su come smaltire la colata di fango che ha sepolto, circa 20 giorni fa, la zona di via Celario e del Rarone: secondo una prima, approssimativa stima, ci sarebbero 50mila tonnellate di fango e detriti da rimuovere a Casamicciola.
Parte del fango, una piccola quantità in effetti, quella che occupava le strade principali e che è già stata rimossa nei giorni successivi all'alluvione per consentire ai soccorritori di lavorare alla ricerca dei dispersi, è già stata stoccata negli spazi esterni del Pio Monte della Misericordia, stabilimento termale in disuso di Casamicciola che ospita ancora i detriti della frana del 2009, in cui perse la vita la 15enne Anna De Felice. La maggior parte dei detriti, però, non è ancora stata smaltita, così come non si è ancora deciso la destinazione.
L'ipotesi: utilizzare il fango per rimpolpare le spiagge di Ischia
Oltre ad individuare altri siti di stoccaggio temporaneo dell'enorme mole di fango depositatasi su Casamicciola, si pensa come detto a come smaltirlo definitivamente. Una delle ipotesi è quella di portarlo sulla "terraferma", quindi fuori dall'isola, per essere smaltito come rifiuto non pericoloso. Negli ultimi giorni, però, starebbe prendendo corpo anche l'idea di trattare il fango in modo tale che possa impolpare le spiagge e gli arenili dell'isola, da anni soggetti a forte erosione.