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Intervista a Baretta: “Non dichiareremo il dissesto, Napoli può farcela. Il Comune va riorganizzato”

L’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Pier Paolo Baretta a Fanpage.it: “Non dichiareremo il dissesto a Napoli. Napoli vive una situazione molto complessa e difficile. La nostra azione per risollevare la città sarà basata su tre punti: risanamento, riorganizzazione del Comune e ripartenza”. Lo studio dei conti affidato all’Ifel. Obiettivo: migliorare riscossioni e valorizzare i beni comunali.
Intervista a Pier Paolo Baretta
assessore al Bilancio del Comune di Napoli
A cura di Pierluigi Frattasi
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L'assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Pier Paolo Baretta, (a destra) con il sindaco Gaetano Manfredi (a sinistra)
L'assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Pier Paolo Baretta, (a destra) con il sindaco Gaetano Manfredi (a sinistra)

"Non dichiareremo il dissesto a Napoli. Napoli vive una situazione molto complessa e difficile. C'è una sproporzione tra le potenzialità positive della città e la sua importanza e la situazione finanziaria. Bisogna intervenire per rovesciare questo gap. È impensabile che Napoli abbia una situazione così bloccata dal punto di vista del bilancio. La nostra azione per risollevare la città sarà basata su tre punti: risanamento, riorganizzazione del Comune e ripartenza. Napoli può farcela". Non ha dubbi Pier Paolo Baretta, nuovo assessore al Bilancio del Comune di Napoli, scelto dal sindaco Gaetano Manfredi per rimettere a posto i conti di Palazzo San Giacomo. Anche il segretario nazionale Pd, Enrico Letta, si è congratulato per la nomina con un tweet: "Ottima notizia che Pier Paolo Baretta abbia accettato di andare a gestire il disastrato bilancio del Comune di Napoli a fianco di Gaetano Manfredi. La sua esperienza e le sue competenze, accanto allo spirito di impegno e di servizio con cui ha sempre lavorato sono una garanzia. Buon lavoro".

Baretta, veneziano, in passato sindacalista, deputato e Sottosegretario all'economia nei Governi Letta, Renzi, Gentiloni e Conte II, nonché Docente di Storia dell'Economia alla Pontificia Università Antonianum di Roma, è partito per Napoli da Venezia con un treno alle 5 del mattino. Sul suo profilo Facebook ha scritto: "Una nuova avventura, un servizio, un impegno", rivolgendo un pensiero affettuoso anche alla moglie: "A Giuliana, che ancora una volta ha accettato e condiviso un ennesimo imprevisto ed improvviso cambio di vita con un sorriso discreto…". A margine della presentazione della giunta al Maschio Angioino ha poi spiegato il motivo della sua decisione di accettare l'incarico di assessore a Napoli: "Mi è stato chiesto e mi sembrava doveroso e sbagliato tirarmi indietro rispetto a una sfida che coinvolge una città intera. Sono onorato di essere qui".

Quali possono essere gli strumenti per salvare Napoli dal default?

Sappiamo che i problemi ci sono e dobbiamo invertire la tendenza. Lo faremo attraverso provvedimenti che prenderemo al Comune. Ma il compito principale è il lavoro con il Governo centrale, già avviato dal sindaco, e che io porterò avanti già dai prossimi giorni. Abbiamo escluso il dissesto, su tutti gli altri strumenti non possiamo decidere da soli, dobbiamo confrontarci col ministero dell'Economia e con il Governo centrale per poter avere un quadro che poi regga alla prova dei cambiamenti. Ci saranno strumenti esterni ma anche interni. Bisogna pensare poi a come la città percepirà alcuni cambiamenti che bisognerà fare.

Ci saranno altri tagli?

Non bisogna confondere il concetto di tagli con la riorganizzazione. Possiamo dire no ai tagli, non è detto che dobbiamo dire di no alla riorganizzazione.

C'è possibilità di una legge per salvare Napoli?

Il primo passo, che non sarà l'unico, è quello indicato dal sindaco Manfredi sulla sessione di bilancio nazionale. Bisogna fare uno sforzo perché entro dicembre ci sia una risposta. Io sono fiducioso. Napoli è la terza città d'Italia che ha avuto un risultato elettorale, frutto di una coalizione ampia, che dimostra che sono i cittadini che vogliono cambiare. È interesse della Nazione che Napoli risolva i problemi che ha e riparta. E il risultato elettorale dimostra che è questo che vogliono i cittadini. Napoli sta uscendo da una sorta di bolla che si era creata precedentemente. Il risultato elettorale è molto netto e questo pesa nel governo centrale indipendentemente dalla porte politica.

Patto con l'Ifel per studiare i conti

L'amministrazione Manfredi ha già preso contatti con l'Ifel, Istituto per la Finanza e l’Economia Locale (IFEL), la tecnostruttura istituita nel 2006 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, che svolge per conto dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI), attività di assistenza per i Comuni in materia di finanza ed economia locale, per realizzare gratuitamente una due diligence dell’Amministrazione comunale sullo stato dei conti.

Migliore riscossione di tasse e valorizzazione dei beni

Di cosa si tratta? Il contributo dell’IFEL partirà da una prima fase di analisi globale del bilancio del Comune di Napoli, sia sul fronte della spesa, in tutte le sue articolazioni, che sulle potenzialità di entrata. Obiettivo della due diligence è quello di disporre di un quadro informativo, sotto il profilo economico, finanziario e funzionale, indispensabile alla definizione delle strategie d’investimento sull’organizzazione dell’ente, a partire dalla riorganizzazione della macchina amministrativa e dalla digitalizzazione dei servizi comunali. L'analisi, impostata sul metodologia dei fabbisogni e dei costi standard, sarà accompagnata da proposte in merito al miglioramento della capacità di accertamento e riscossione, nonché di valorizzazione dei cespiti comunali.

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