Insulti e sputi contro l’autista dell’Anm ma lui non denuncia: “Non ho soldi per le spese legali”
Francesco De Vita, autista dell'Anm di 48 anni, è stato minacciato, insultato e ha ricevuto sputi da quattro ragazzi di circa 16 anni, a bordo di due scooter contromano, per aver suonato il clacson. Il 48enne era alla guida della linea R6 e si trovata in quel momento sulla via provinciale Napoli a Pianura, quartiere della periferia occidentale della città. In quel momento, sbucano i due scooter e costringono l'autista a frenare bruscamente.
«Ho fatto un colpo di clacson – spiega l'autista a Fanpage.it – per avvisarli che non ce l'avrei fatta a frenare in modo decente per non creare problemi ai passeggeri. Dopo il clacson, hanno alzato le mani e hanno iniziato a inveire verbalmente, dopodiché si sono affiancati e mi hanno sputato nel finestrino».
L'episodio di Pianura è solo l'ultimo in ordine di tempo registrato ai danni degli autisti del trasporto pubblico della città partenopea. «Nel 2020 – spiega Adolfo Vallini dell'Usb (Unione sindacale di base) a Fanpage.it – il dato, riferito al 2019, che emerge dalle statistiche aziendali è che l'infortunio, tra quelli denunciati, a cui il personale è più frequentemente sottoposto sono le aggressioni, che costituiscono il 32% degli infortuni».
Vallini ha spiegato che il sindacato si sta battendo da tempo per far sì che gli autisti vengano tutelati dal punto di vista legale. «Il contratto collettivo nazionale degli autoferrotranviari – prosegue Vallini – prevede, già dal 2015, che l’azienda debba istituire un’assicurazione legale per i lavoratori. Questa cosa, seppur l’abbiamo sollecitata su molti tavoli sindacali, l’azienda non l’ha mai attivata e tutte le spese legali sono a carico del dipendente. Ora ci sono dei segnali di miglioramento, anche se timidi, con la venuta del nuovo direttore generale dell'azienda Francesco Mascolo».
Cosa ha pensato quando ha capito che i suoi aggressori erano così giovani?
Per me non fa più differenza. È uguale. Fra le persone che ci aggrediscono ci sono 40enni 50enni, 60enni. Ci sono avvocati, dottori, ingegneri: ormai sono diventati tutti uguali. Gesti simili arrivano da persone di ogni tipo, anche da parte di chi veste in giacca e cravatta e ha la borsa ventiquattr'ore in pelle.
È aumentata la paura tra voi autisti dei mezzi pubblici?
La paura aumenta sempre di più, perché questi fenomeni si stanno moltiplicando con gli anni. Ogni giorno notiamo che è sempre peggio, perché poi questi gesti vengono emulati. Svagarsi è diventato tagliare la strada all’autobus, inchiodargli davanti, superarlo a destra quando si stanno aprendo le porte e stanno scendendo i passeggeri.
Ha denunciato?
Non ho denunciato e non intendo denunciare, non lo faccio più da 5-6 anni.
Perché non vuole più denunciare?
Non li denuncio più, perché io circa 10 anni fa ebbi un’aggressione da cinque persone e mi sono dovuto pagare le spese penali da solo, che poi ho recuperato, però al momento sono andato in difficoltà e ho dovuto ricorrere a prestiti. Sono un monoreddito e non posso pagarmi gli avvocati penalisti ogni qualvolta succede qualcosa, quindi se l’azienda ha interessa che io faccio denunce varie, in primis devono andarla a fare loro per costituirsi parte civile. Il discorso è anche un altro, se mi succede una cosa durante l’orario di lavoro, poi a spese mie devo andare a fare la denuncia, senza essere retribuito, fuori dall’orario di lavoro.
Lei ha 22 anni di lavoro alle spalle. Quante altre volte è stato aggredito?
Aggredito e insultato verbalmente tutti i giorni, varie volte o da parte degli utenti o da parte del traffico privato. Fisicamente, parecchie volte: non so dirle quante, ma perlomeno una decina da quando sono a Napoli, cioè dal 2005.