Insegnanti “murano” l’ufficio scolastico della Campania: “Basta nuovi concorsi”
Decine di scatole sulle quali gli insegnanti hanno segnato i loro punteggi sono state ammassate davanti alla porta dell'Ufficio Scolastico Regionale a Napoli. È la protesta che i docenti precari hanno messo in scena per chiedere lo stop ai nuovi concorsi.
Gli insegnanti che hanno superato il concorso, ma ai quali non è stato assegnato il ruolo perché in esubero rispetto ai posti previsti, chiedono di essere gradualmente assorbiti dal sistema, attraverso delle graduatorie di merito e non mediante ulteriori concorsi: "I nuovi concorsi non sono solo inutili, in quanto ci troveremo a rifare le stesse prove che abbiamo già superato, ma sono anche dispendiosi, sia in termini di tempo, sia in termini di soldi, visto che il business della formazione è oramai gestito per la maggior parte da università private online".
La normativa europea, inoltre spiegano i manifestanti, stabilisce che nel settore pubblico un percorso di formazione non possa durare più di tre anni senza che sia intervenuta la stabilizzazione. "Tutti noi abbiamo un contratto fino al 30 di giugno – spiega un insegnante precario – dopo di che questi contratti vengono "spezzati" per risparmiare gli stipendi di due mesi, parzialmente ammortizzati con la disoccupazione, e per evitare che vengano compiuti i tre anni consecutivi di precariato, che comporterebbero l'obbligo di stabilizzazione secondo la normativa europea".
Un meccanismo dal quale, secondo i docenti che abbiamo intervistato, è possibile sfuggire solo con la compravendita dei titoli, soprattutto in assenza di graduatorie basate sul merito: "Il punteggio (quello che nella protesta ogni insegnante ha segnato simbolicamente sulla scatola ndr.), si acquisisce attraverso gli anni di servizio e i titoli – spiega un insegnante di sostegno – questi titoli non sono altro che ulteriore formazione costosa".