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Innocente ucciso nell’agguato di camorra a Ponticelli, 19 anni al killer di Antimo Imperatore

Il 55enne venne ammazzato, nel luglio 2022, perché era in casa del reale obiettivo dell’agguato; il killer, reo confesso, disse di averlo fatto per non lasciare testimoni.
A cura di Nico Falco
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Antimo Imperatore
Antimo Imperatore

È stato condannato a 19 anni di carcere Antonio Pipolo, 39 anni, ritenuto legato al clan De Micco e oggi collaboratore di giustizia, reo confesso dell'omicidio di Antimo Imperatore, l'operaio di 55 anni ucciso nel luglio 2022 a Ponticelli, nella periferia Est di Napoli, nel corso di un agguato di camorra. Quel giorno, come lui stesso ha poi raccontato agli inquirenti, Pipolo ha fatto irruzione nell'abitazione di Carlo Esposito, il suo reale obiettivo, e ha sparato ad entrambi per non lasciare testimoni; Imperatore, che era lì per dei lavori di manutenzione, morì all'istante.

La sentenza è stata emessa oggi, 17 aprile, dalla Corte di Assise di Appello di Napoli (quarta sezione, presidente Loredana Acierno). In primo grado, nel 2024, Pipolo era stato condannato a 26 anni di reclusione; in quella circostanza la Corte di Assise di Napoli non aveva riconosciuto l'aggravante mafiosa e nemmeno le attenuanti previste per i collaboratori di giustizia. Presenti al processo, tra le parti civili, l'avvocato Alessandro Motta, legale della famiglia Imperatore, l'avvocato Gianmario Siani per la fondazione Polis e l'avvocato Marco Buzzo per il Comune di Napoli.

Quel 20 luglio Imperatore fu il primo ad essere raggiunto dai proiettili. Subito dopo di lui, Carlo Esposito, che era legato al clan De Martino. "Giustizia è fatta, – ha commentato l'avvocato Motta – finalmente possiamo dire che Antimo Imperatore è una vittima innocente della camorra. I familiari della vittima hanno espresso massima soddisfazione: nessuno restituirà Antimo al loro affetto ma almeno potranno vantarsi che quest'uomo è morto innocentemente facendo il proprio lavoro per amore della sua famiglia e che una mano camorristica assassina lo ha strappato al loro affetto".

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