Ingegnere ucciso a Napoli, fermato un senzatetto. L’ipotesi: pagato dalla camorra
Sessantaquattro anni, qualche precedente penale di poco conto, senza fissa dimora, una vita ai margini. Sarebbe questo l'identikit dell'uomo che ieri pomeriggio, 8 aprile, è stato fermato dalla Squadra Mobile con l'accusa di essere coinvolto nell'omicidio di Salvatore Coppola, l'ingegnere di 66 anni ucciso nel parcheggio del supermercato Decò sul corso Protopisani, a San Giovanni a Teduccio, Napoli Est. Per gli investigatori è stato lui a premere il grilletto. Ma, a quanto apprende Fanpage.it, secondo una delle ipotesi investigative il killer sarebbe stato assoldato dalla camorra, che lo avrebbe scelto proprio per evitare che l'omicidio fosse immediatamente riconducibile a dinamiche tra clan.
L'uomo sarebbe stato individuato dalle immagini della videosorveglianza, e in particolare sarebbe stato riconosciuto dalla sua andatura. È stato rintracciato ieri dalla Mobile dopo diverse ore di ricerca, come anticipato dai quotidiani Il Mattino e Repubblica. L'udienza di convalida del fermo è prevista per le prossime ore. Il delitto sarebbe maturato nel mondo degli affari immobiliari a San Giovanni a Teduccio e delle aste.
La vicenda non è ancora del tutto chiara, ma gli elementi in queste settimane raccolti dagli inquirenti verterebbero nella direzione dell'omicidio su commissione. In sostanza, personaggi legati alla malavita organizzata di San Giovanni a Teduccio avrebbero deciso di ammazzare Coppola ma, per farlo, avrebbero scelto un insospettabile, un criminale di piccolo cabotaggio che non avrebbe avuto nessun motivo personale per commettere quell'agguato il 12 marzo scorso; gli avrebbero promesso denaro, alcune migliaia di euro, procurato una pistola e lo avrebbero mandato ad uccidere. Con l'intenzione, probabilmente, di far sparire anche lui dopo, per eliminare ogni traccia.