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Influenza di stagione a Napoli, il Pronto soccorso del Cardarelli si prepara

Il direttore del Cardarelli chiede ai medici di base di farsi filtro sul territorio:”Spesso arrivano ai pronto soccorso pazienti che non dovrebbero”
A cura di Vincenzo Piccolo
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Napoli si prepara all'influenza di stagione. Antonio d'Amore, direttore dell'ospedale Cardarelli, a margine della firma dell'accordo con le Forze speciali per corsi sulla gestione di interventi medici di primo soccorso, ha spiegato: «Ci stiamo preparando al nuovo virus influenzale d'autunno, ma lo facciamo ogni anno, perché per il pronto soccorso è sempre un'emergenza, ma ci auguriamo che vengano migliorati anche i percorsi sul territorio». D'Amore ci ha tenuto poi a sottolineare che «al Cardarelli si vive sempre un'emergenza. È chiaro che stiamo migliorando i percorsi anche sull'influenza, ma devono migliorare pure quelli sul territorio, perché i livelli per esempio che si raggiungono negli accessi ai pronto soccorso durante le influenze non sono paragonabili alle vere necessità. Molto spesso arrivano da noi pazienti che non dovrebbero arrivare qui», aggiunge il direttore, che poi ci tiene a precisare che a mancare sarebbe «un filtro sul territorio da parte dei medici di medicina generale e di altre strutture territoriali». L'augurio del direttore dell'ospedale più grande del sud Italia è che «il Pnrr venga messo in atto e che questo possa determinare anche un minore afflusso al pronto soccorso».

Un problema che non è solo napoletano

Sempre durante l'incontro il dottor Antonio d'Amore ha precisato come l'emergenza del pronto soccorso al Cardarelli non sia una problematica esclusiva di questo ospedale, ma che in realtà riguarda più ospedali in tutta Italia: «Ci sono le problematiche di una sanità in forte cambiamento rispetto ai pronto soccorso, in un momento in cui ci sono delle difficoltà nel trovare i medici per l'emergenza e nel gestire determinate patologie. Oggi ci sono dei progetti nuovi, che devono essere calati sul pronto soccorso dove i pazienti chiedono delle risposte immediate e dobbiamo imparare a organizzarci meglio». Poi ricorda  che in tutta Italia è stata introdotta la figura del medico territoriale dell'urgenza e dell'emergenza: «una riforma, però, così come tante altre, non supportata da risorse». Per d'Amore la conseguenza è che «oggi forse i pronto soccorso vivono una delle maggiori criticità, viste le poche risorse che si possono investire».

L'accordo siglato oggi

Dopo la giornata di oggi il Cardarelli diventa il nuovo centro di formazione per situazioni di emergenza sanitaria che possono verificarsi duramente le missioni operative delle forze armate italiane. Un primato per il Cardarelli di Napoli, primo centro ospedaliero italiano a fornire questo tipo di formazione, finora avvenuta sempre all'estero. La firma dell'accordo prevede la creazione di percorsi formativi direttamente a Napoli per tutti gli operatori delle Forze speciali della Difesa, come gli incursori della Marina, dell'Esercito, dell'Aeronautica e il Gis dei Carabinieri. «Questo tipo di formazione, spiega d'Amore, «è l'ennesima sfida che il Cardarelli dimostra di saper affrontare. Siamo particolarmente soddisfatti, e con noi anche la Regione Campania, perché tutto ciò testimonia l'eccellenza dell'ospedale napoletano nelle situazioni di urgenza e emergenza». Le situazioni che si trovano a dover gestire gli incursori sono particolarmente complesse: per l'ammiraglio Paolo Pezzutti, comandante del Cofs (Comando interforze per le Operazioni delle Forze Speciali), l'accordo concluso oggi conferma che le capacità che abbiamo in Italia e al Cardarelli in particolare "sono un'eccellenza internazionale e quindi un partner di sicuro affidamento per il successo di un lavoro formativo di nicchia, molto sensibile, che richiede competenze elevatissime in vista di tutto ciò che può accadere in zona di guerra".

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