Indagine statua Maradona, l’assessora De Majo: “I fumogeni a casa mia? Sono i botti di Capodanno”
“I botti trovati durante la perquisizione a casa mia? Un residuo di un Capodanno di qualche anno fa dimenticati in un cassetto”. A parlare è l’assessora alla Cultura del Comune di Napoli, Eleonora De Majo, che, insieme al compagno Egidio Giordano, assessore ai Beni comuni e alle Politiche sociali della Terza Municipalità, entrambi espressione del laboratorio Insurgencia, è stata denunciata per detenzione di materiale esplodente a seguito di una perquisizione della Digos nel loro appartamento, dove sarebbero stati trovati 7 fumogeni. Ma l’esponente della giunta De Magistris è chiara: “non sono né lacrimogeni né fumogeni, termini che mi hanno fatto anche sorridere in questo momento di evidente e spiacevole tensione. Ad ogni modo sono molto serena rispetto al prosieguo di questa vicenda lasciando al Sindaco la decisione relativa alla prosecuzione del mio lavoro”. E spiega: “Non c’è stata alcuna pressione” per la scelta dei componenti della commissione per la statua di Maradona.
L’assessora De Majo, quindi, ha deciso di non dimettersi, ma di lasciare al sindaco la decisione. Il controllo della Digosera scattato nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Napoli sulla manifestazione di interesse per la realizzazione della statua di Diego Armando Maradona, da collocare nel piazzale dell’ex stadio San Paolo, oggi intitolato al calciatore argentino morto il 25 novembre scorso. L'inchiesta, condotta dai pm Antonella Ardituro, Celeste Carrano, Luciano D'Angelo e Danilo De Simone, aveva già portato ad una acquisizione degli atti in Comune ed è collegata a quella nata dopo gli scontri 23 ottobre scorso, quando la protesta pacifica dei ristoratori contro l'applicazione delle misure anti Covid, e in particolare del coprifuoco, si trasformò in una guerriglia urbana davanti a palazzo Santa Lucia, sede della Regione Campania.
Tra gli indagati c'è Gennaro Grosso, esponente del gruppo ultras "Masseria". L'uomo, dopo aver saputo di essere finito nel registro degli indagati per violenza privata, si è dimesso dalla Commissione insediata dal Comune di Napoli per la scelta del miglior progetto per la realizzazione della statua. Secondo quanto ricostruito, Grosso avrebbe esercitato pressioni per essere inserito in quella commissione, circostanza che però è stata smentita dall'assessore de Majo, secondo cui era stata la stessa amministrazione a volere coinvolgere nelle commemorazioni per Maradona anche membri del tifo organizzato.
De Majo: “Non c’è stata nessuna pressione”
“L’altro ieri mattina – racconta l’assessora De Majo – ho subito una perquisizione che ha come motivazione una presunta ‘imposizione di una attività volta a coinvolgere con ruolo decisionale i tifosi organizzati’. Quale donna delle Istituzioni sarei quindi vittima di pressioni volte a inserire esponenti delle tifoserie popolari all'interno di una commissione che vede presenti istituzioni culturali, esponenti del mondo universitario, dello sport oltre che il figlio dello stesso Maradona”.
“Nessuna pressione c’è stata – chiarisce De Majo – La nostra è stata una scelta politica precisa rispondente alla necessità di coinvolgere democraticamente la città nella selezione del monumento da dedicare a Maradona, il calciatore più grande di tutti i tempi, simbolo indiscusso del riscatto di Napoli. Una scelta che peraltro si iscrive coerentemente con una pratica sedimentata in questi 10 anni di esperienza amministrativa che vede la promozione di consulte, osservatori e altri organismi a partecipazione civica e popolare su alcune delle questioni più importanti che riguardano la città. A conferma di quanto fosse necessario un processo pubblico e democratico sulla statua posso riferire con orgoglio che a oggi abbiamo ricevuto decine di progetti che aspettano di essere valutati dalla commissione e non vorrei mai che tutta questa vicenda finisse per minare un lavoro iniziato con entusiasmo e che ha come obiettivo unico quello di donare la statua del pibe de oro alla città".
“I botti trovati sono quelli di Capodanno”
Per quanto riguarda poi i botti trovati durante la perquisizione a casa mia di cui si parlava ieri sulla stampa cittadina si tratta di nient’altro che di un residuo di un Capodanno di qualche anno fa dimenticati in un cassetto; non sono né lacrimogeni né fumogeni, termini che mi hanno fatto anche sorridere in questo momento di evidente e spiacevole tensione. Ad ogni modo sono molto serena rispetto al prosieguo di questa vicenda lasciando al Sindaco la decisione relativa alla prosecuzione del mio lavoro”.