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Primarie PD 2023

Inchiesta Primarie Pd, il patto (a rischio) tra i signori delle tessere

A cosa aspiravano i signori delle tessere che si sono mobilitati per Bonaccini in Campania. Quali erano gli obiettivi dei protagonisti dell’inchiesta di Fanpage.it sulle primarie del Pd.
A cura di Antonio Musella
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L'inchiesta di Fanpage.it sulle primarie del Pd e sul tesseramento in Campania ha mostrato come "i signori delle tessere" abbiamo messo le mani sul partito spingendo con ogni mezzo necessario per la vittoria di Stefano Bonaccini. Le urne in Italia hanno invece raccontato di una vittoria di Elly Schlein, nonostante la netta affermazione del presidente dell'Emilia Romagna in Campania. Un risultato che rischia di far saltare il patto tra i signori delle tessere in Campania, che proprio intorno alla vittoria di Bonaccini avevano pianificato il loro futuro politico.

Davanti a tesseramenti gonfiati e irregolarità nel voto infatti c'è da chiedersi a quale fine l'intera macchina organizzativa dei politici campani dem di primo piano era stata messa in piedi. Con la vittoria di Bonaccini a cosa aspiravano i vari De Luca, Casillo, Fiola, Oliviero e gli altri?

La questione "terzo mandato" al centro di tutto

Il primo obiettivo da raggiungere nel patto tra i signori delle tessere non poteva che riguardare i più forti della cordata: Vincenzo e Piero De Luca. La questione è nota, si tratta del terzo mandato per l'attuale presidente della Regione Campania. Sbloccata quella vicenda, a cascata ci sarebbero poi stati gli obiettivi di tutti gli altri, una vera e propria pianificazione del futuro politico sempre nell'ottica della conservazione e della progressione personale. Vincenzo De Luca è stato molto chiaro durante la campagna per le primarie: "Mi candiderò in eterno" aveva detto usando il suo tipico umorismo sferzante. Ma la sostanza non è molto diversa dalla battuta. Per Piero De Luca invece l'obiettivo è cambiato in corsa. Dapprima la cordata campana aveva reclamato un posto di vice segretario per il deputato del Pd, attualmente vice capogruppo alla Camera dei Deputati. Una richiesta che sembrerebbe aver spaventato Bonaccini il quale invece aveva preferito designare come sua vice l'eurodeputata Pina Picierno, casertana, ma estranea alle dinamiche politiche dei signori delle tessere in Campania. Una mossa che aveva spiazzato i deluchiani che non avevano però mollato l'osso. E' negli ultimi giorni della campagna delle primarie che sono arrivate le rassicurazioni per De Luca padre e De Luca figlio. Prima l'incontro tra Bonaccini e De Luca con un'apertura del candidato alla segreteria al terzo mandato per il presidente della Regione Campania. Poi la designazione in pectore di Piero De Luca a responsabile per le politiche per il Mezzogiorno da parte di Bonaccini, e l'assicurazione di un ruolo di primo piano all'interno della futura segreteria del Partito Democratico. Due mosse fatte nell'ultima settimana di campagna per le primarie che hanno rassicurato i De Luca. I risultati di Salerno, con una vittoria bulgara da parte di Bonaccini testimoniano lo sforzo dei De Luca che però hanno dovuto prendere atto della vittoria di Schlein.

Ora la prima cosa che è a rischio è proprio il terzo mandato di De Luca sul quale la neo segretaria del Pd ha immediatamente chiuso ogni spiraglio. E' molto probabile anche un cambio dei capogruppo e dei vice a Camera e Senato, con la possibilità che anche Piero perda il suo ruolo in Parlamento. Dalle parti di Santa Lucia l'esito delle primarie non deve essere stato preso benissimo, visto il "no comment" di Vincenzo De Luca alla prima apparizione pubblica dopo l'esito della consultazione.

Europee, Politiche, Regionali e città metropolitana

E gli altri? Subito dopo il presidente della Regione Campania, nella cordata dei signori delle tessere, ci sono i consiglieri regionali. In cima c'è Mario Casillo, oggi capogruppo in Regione Campania con le sue 42 mila preferenze.

Per lui la provincia di Napoli è un vero e proprio fortino. Lo abbiamo visto nell'inchiesta di Fanpage dove vi abbiamo mostrato il ruolo di Salvatore Lo Sapio, Sindaco di Pompei e legatissimo a Casillo. L'affermazione di Bonaccini a Pompei fa il paio con alcune percentuali bulgare registrate in altre zone della provincia. Un esempio è quello di Cardito, dove il sindaco Giuseppe Cirillo è legato anche lui a Casillo. Il circolo Pd registra soli 14 iscritti, ma alle primarie sono andati a votare 644 persone. Un record. Ed ancora di più lo è il risultato: Bonaccini 547, Schlein 70.

Cirillo è vice Sindaco della Città Metropolitana di Napoli, così come Lo Sapio è consigliere dello stesso ente. Ed è quello l'obbiettivo di Casillo, avere in mano la Città Metropolitana, sperando anzi, nell'approvazione da parte del parlamento della legge per il ripristino delle Province, per candidarsi alla guida dell'ente.

Non è un caso che il Sindaco Metropolitano, che per legge è il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, si sia affrettato a incontrate prima ancora dell'esito delle primarie il candidato unico alla segreteria metropolitana del Pd, Giuseppe Annunziata, lui figura legata a Casillo.

Da un lato la nomina del segretario del partito, dall'altro il controllo dell'Ente attraverso i consiglieri a lui legati ed il vice Sindaco Metropolitano, Cirillo. Se Casillo guardava alla Provincia/Città Metropolitana, Bruna Fiola invece guardava proprio al posto di Casillo. Per la consigliera regionale, figlia del presidente della Camera di Commercio di Napoli, Ciro Fiola, Re del sindacato Aicast ed ex consigliere comunale del Pd, l'obiettivo era quella di rafforzarsi in Regione Campania ed esercitare un ascendente importante sul Comune di Napoli.

Non è un caso che la sua area politica ha espresso come candidato all'assemblea nazionale del Pd, Gennaro Acampora, giovane capogruppo al Comune di Napoli e sostenuto proprio dai Fiola, figlia e padre, alle ultime elezioni comunali.

Chi attualmente è fuori dai giochi e deve immediatamente rientrare è Lello Topo. Potente signore delle tessere dell'area a Nord di Napoli. Ex consigliere regionale ed ex senatore nell'ultima legislatura, l'area di influenza di Topo è la provincia a Nord di Napoli, Villaricca, suo città natale, Mugnano, Marano e le zone limitrofe.

Per Topo il sostegno a Bonaccini passava per una candidatura alle prossime elezioni europee dove l'ex senatore vorrebbe mettere in campo ogni sforzo per ritornare ad esercitare una carica pubblica. Altro componente del gruppo a sostegno di Bonaccini con un obiettivo preciso è Massimiliano Manfredi, fratello del Sindaco di Napoli Gaetano, e consigliere regionale.

Dopo lo scandalo del tesseramento a Caserta, Manfredi aveva detto: "Ci vogliono cornuti e mazziati". Un'espressione forte a cui seguiva un'argomentazione su come il Pd nazionale voleva umiliare gli esponenti campani, come aveva fatto con le elezioni politiche che avevano visto appena due deputati locali eletti in Campania. Manfredi, ex deputato, non fa mistero di voler ritornare in Parlamento, e la speranza era riposta nella segreteria di Bonaccini che avrebbe potuto garantirgli il ritorno a Roma.

Caserta, una poltrona per due

Uno dei signori delle tessere preso con le mani nella marmellata è Gennaro Oliviero, presidente del consiglio regionale della Campania. Lo scandalo del tesseramento gonfiato in provincia di Caserta lo ha visto protagonista, come ha mostrato l'inchiesta di Fanpage.it. Oliviero avrebbe dovuto giocarsi tutte le sue carte per farsi notare in queste primarie portando molti voti.

Il motivo è semplice e ci è stato spiegato da una delle fonti che hanno portato alla nostra inchiesta. Storicamente il Partito Democratico aveva sempre raccolto due consiglieri regionali nella provincia di Caserta, ma la moltiplicazione delle liste civiche volute da De Luca aveva ridotto i posti per il Pd ad uno solo.

Lo storico competitor di Oliviero è Stefano Graziano, attualmente deputato ed in passato consigliere regionale. Per Oliviero la riduzione dello spazio di rappresentanza per la provincia di Caserta in area dem in Regione Campania, avrebbe potuto compromettere il suo futuro.

Quindi bisognava mostrare i muscoli e far vedere di possedere: "voti, tessere e potere", come ci ha raccontato la nostra fonte. Lo scandalo sul tesseramento però è venuto fuori ancora prima delle primarie, pubblicato sempre sul nostro giornale.

Per Oliviero i problemi dunque sono arrivati ancora prima del voto. La commissione di garanzia ha annullato il tesseramento, il TAR ha annullato il congresso, ed è molto probabile che la nuova segreteria di Schlein commissari il partito a Caserta e provincia. A nulla è servita la percentuale nordcoreana raccolta da Oliviero per Bonaccini nella sua Sessa Aurunca, con un 96% a 4% a favore del presidente dell'Emilia Romagna.

Il patto dei signori delle tessere dava per scontata la vittoria di Stefano Bonaccini, magari proprio grazie al risultato della Campania che li avrebbe proiettati in una posizione di estrema forza e influenza nei confronti del futuro segretario del Pd.

Il banco ora è saltato. Da un lato i signori delle tessere dovranno riposizionarsi, dall'altro spetterà ad Elly Schlein fare chiarezza sul caso Campania e prendere delle decisioni che riguardano il rinnovamento e la credibilità del partito sul territorio.

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