Inchiesta migranti a Salerno, torna libero il tesoriere del Pd Nicola Salvati: revocati domiciliari

Sono stati revocati i domiciliari a Nicola Salvati, tesoriere regionale del Partito Democratico Campania, arrestato nell'ambito dell'inchiesta "Click day" su corruzione e immigrazione clandestina. La misura cautelare, per associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati di favoreggiamento della immigrazione clandestina, era stata eseguita lo scorso 3 febbraio e di conseguenza il partito lo aveva sospeso; il gip del Tribunale di Salerno ha però disposto la revoca per, spiegano gli avvocati di Salvati, "totale insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza".
Gli arresti erano scattati il 3 febbraio, a finire in manette complessivamente erano state 36 persone. L'inchiesta, coordinata dalla Procura di Salerno e della Direzione Nazionale Antimafia, verteva su un presunto giro di corruzione: un immigrato arrivava a pagare fino a 8mila euro per avere un permesso di soggiorno, ottenuto con false documentazioni con cui venivano attestati inesistenti rapporti di lavoro. Secondo gli inquirenti il sistema, di cui facevano parte funzionari corrotti e professionisti come avvocati e commercialisti, aveva un giro di affari stimato in un milione di euro.
Enrico Ranieri e Vincenzo D'Avino, avvocati del tesoriere del Pd, spiegano in una nota:
Il dottor Nicola Salvati, che mai ha nutrito dubbi sull'operato della magistratura, già in sede di interrogatorio di garanzia ha, ampiamente ed in modo dirimente, dato prova della sua assoluta estraneità ai fatti oggetto di contestazione e, conseguentemente, il gip del Tribunale di Salerno ha accolto la richiesta di revoca della misura cautelare, per totale insussistenza dei gravi indizi di colpevolezza.
Stessa decisione è stata presa anche per il padre dell'esponente Pd, Giuseppe Salvati, difeso dagli avvocati Enrico Ranieri e Tommaso Annunziata, anche lui destinatario della stessa ordinanza cautelare, che "a seguito di interrogatorio di garanzia, ha provato la sua assoluta estraneità ai fatti in contestazione".