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Inchiesta Huawei: pm pronti a revocare l’arresto per Lucia Simeone ma dovrà andare in Belgio

La collaboratrice dell’europarlamentare Fulvio Martusciello dovrebbe restare per due settimane a disposizione delle autorità belghe, con divieto di contatti con le altre persone coinvolte nell’indagine sulla presunta tangente Huawei.
A cura di Nico Falco
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Lucia Simeone, conosciuta come Luciana
Lucia Simeone, conosciuta come Luciana

Gli inquirenti belgi sono disposti a revocare il mandato di arresto europeo per Lucia Simeone, collaboratrice del parlamentare europeo di Forza Italia Fulvio Martusciello, ma a patto che, per due settimane, sia in Belgio, da persona libera a disposizione dell'autorità giudiziaria. La donna era stata arrestata il 13 marzo (prima con destinazione carcere, successivamente le erano stati concessi i domiciliari in attesa dell'estradizione) nell'inchiesta sul presunto giro di tangenti che sarebbero state versate ad alcuni politici affinché, attraverso una lettera, si spendessero in sede Ue per favorire il colosso cinese Huawei sul 5g.

La Simeone, secondo le accuse, avrebbe ricevuto parte di una tangente; si è sempre detta disponibile a sottoporsi al processo ma senza la detenzione in carcere. La disponibilità delle autorità belghe, che sostanzialmente hanno accolto la prima richiesta di Lucia Simone, dovrà ora essere vagliata dalla Corte di Appello di Napoli. La comunicazione è stata fatta pervenire dagli avvocati Claudio Pollio e Antimo Giaccio attraverso il loro corrispondente in Belgio, l'avvocato Antony Rizzo.

Con l'eventuale via libera la donna dovrà andare in Belgio, ma senza essere sottoposta a nessuna misura cautelare, quindi da persona libera, con il solo obbligo di indicare al giudice istruttore un indirizzo in Belgio dove poter essere rintracciata in qualsiasi momento; non dovrà, inoltre, avere nessun contatto con gli altri indagati e con persone coinvolte nell'indagine, in particolare col Fulvio Martusciello (tra i firmatari della lettera, ma non indagato) e con Nuno Miguel Benoliel De Carvalho, ex collaboratore del Parlamento Europeo e attualmente dipendente di Huawei.

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