Inchiesta Huawei: per la Procura belga “prove gravi e sufficienti di colpevolezza”

Gli elementi raccolti dagli investigatori sulla presunta corruzione per favorire il colosso cinese Huawei costituirebbero, per la procura belga, "prove gravi e sufficienti di colpevolezza". L'inchiesta è quella che ha portato all'arresto di Lucia Simeone, segretaria dell'europarlamentare di Forza Italia Fulvio Martusciello (non indagato) e ruota intorno a tangenti che sarebbero state versate affinché alcuni politici in sede Ue si spendessero per favorire l'azienda cinese nell'introduzione del 5g in Europa.
La tangente da 46mila euro per la lettera sul 5g
In particolare, perno dell'inchiesta sarebbe una lettera inviata a tre commissari europei e firmata da otto parlamentari. Per quel documento sarebbero stati pagati 46mila euro complessivi da lobbisti vicini ad Huawei. I mittenti di questa lettera sarebbero stati pagati, indirettamente e sotto altro nome, da Nuno Miguel Benoliel De Carvalho Wahnon Martins, che avrebbe inviato due fatture fittizie le quali avrebbero permesso di riscuotere 45.950 euro, somma che sarebbe stata quindi ridistribuita da Wahnon Martins.
Per gli inquirenti Lucia Simeone, conosciuta come Luciana, arrestata nei giorni scorsi dalla Polizia nel Casertano e da sabato ai domiciliari ad Ercolano (Napoli), avrebbe avuto un ruolo nella ridistribuzione dei fondi. Secondo quanto ricostruito dalla procura belga, all'autore della lettera sarebbero stati offerti 15mila euro, mentre 1.500 euro sarebbero stati promessi ai cofirmatari, col benestare dei dirigenti di Huawei, e in particolare del direttore della filiale di Bruxelles.
Le indagini sono partite da una denuncia del 17 gennaio 2023 su presunti episodi di corruzione o tentata corruzione e hanno portato a individuare due lettere identiche e indirizzate a Margrethe Versager, Valdis Dombrovskis e Thierry Breton; una di queste è stata resa pubblica sul profilo X di Martusciello. Una delle due lettere, datata 2 ottobre 2021, è firmata da otto eurodeputati: Fulvio Martusciello, Giuseppe Milazzo, Herbert Dorfmann, Aldo Patriciello, Cristian-Silviu Busoi, Daniel Buda, Ciuhodaru Tudos e Giuseppe Ferrandino.
Dorfmann: "Io completamente estraneo"
Herbert Dorfmann si è detto completamente estraneo all'inchiesta belga e ha affermato di non avere mai ricevuto pagamenti o vantaggi da Huawei o da altri per questa vicenda. L'europarlamentare, che compare tra i cofirmatari della lettera, ritiene infondato affermare che avrebbe ricevuto 1.500 euro. Inoltre, sottolinea:
"Ribadisco con fermezza che non ho alcun coinvolgimento nella questione e che non ho mai avuto alcun incontro con rappresentanti di Huawei in tutta la mia vita. In merito alle affermazioni sulla presunta redistribuzione dei fondi da parte di Lucia Simeone, preciso di non conoscere questa signora e di non essere mai stato contattato da lei, né riguardo a questa questione né per altri motivi".