Inchiesta Huawei: Lucia Simeone interrogata, revocate tutte le accuse tranne riciclaggio

È stata interrogata per sette ore Lucia Simeone, segretaria dell'europarlamentare Fulvio Martusciello, coinvolta nell'indagine sulla presunta mazzetta che la multinazionale cinese Huawei avrebbe pagato a diversi politici perché si spendessero a suo favore nell'introduzione della tecnologia 5g in Europa. Lo anticipa il quotidiano Repubblica. La donna era stata arrestata il 13 marzo, su mandato europeo, con l'accusa di avere ricevuto parte di una tangente. Ora i magistrati hanno revocato tutte le accuse contestate, fatta eccezione per quella di riciclaggio; dovrà restare Bruxelles fino al 10 maggio.
Lucia Simeone era stata inizialmente tradotta in carcere, poi le erano stati concessi i domiciliari in attesa dell'estradizione. Si è sempre detta disponibile a sottoporsi al processo ma senza la detenzione in carcere. Pochi giorni fa, in accoglimento della sua richiesta, le autorità belghe si erano dette disponibili a revocare il mandato di arresto, a condizione che, da persona libera e senza essere sottoposta a nessuna misura cautelare, andasse in Belgio e rimanesse a disposizione della magistratura locale, indicando un indirizzo dove avrebbero potuto rintracciarla in qualsiasi momento.
Esclusi, inoltre, i contatti con le altre persone coinvolte nell'indagine, compresi Fulvio Martusciello (tra i firmatari della lettera al centro dell'inchiesta ma non indagato) Nuno Miguel Benoliel De Carvalho, ex collaboratore del Parlamento Europeo e attualmente dipendente di Huawei. Col via libera della Corte di Appello di Napoli la donna ha quindi potuto lasciare l'abitazione dove era sottoposto i domiciliari alla volta di Bruxelles per incontrare gli inquirenti.