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Inchiesta Corte Conti sui posti letto Covid cliniche private in Campania: 18 milioni di danno erariale

Ammontano ad oltre 18 milioni di euro, per la Procura della Corte dei Conti, i soldi pagati illecitamente nel pieno dell’emergenza Covid19 dalle Asl della Campania alle cliniche private accreditate per avere posti letto Covid aggiuntivi rispetto a quelli del sistema sanitario pubblico. “Importi di rilievo – spiega il procuratore Maurizio Stanco – in favore delle varie strutture sanitarie accreditate pur in assenza di produzione, cioè di pazienti ricoverati”. Di questa somma, le Asl hanno già chiesto indietro 10 milioni. La maggior parte dei fondi a strutture di Salerno.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Ammontano ad oltre 18 milioni di euro, per la Procura della Corte dei Conti, i soldi pagati illecitamente nel pieno dell'emergenza Covid19 dalle Asl della Campania alle cliniche private accreditate per avere posti letto Covid aggiuntivi rispetto a quelli del sistema sanitario pubblico. “Importi di rilievo – spiega il procuratore Maurizio Stanco – in favore delle varie strutture sanitarie accreditate pur in assenza di produzione, cioè di pazienti ricoverati”, in base ad un accordo con la Regione Campania di marzo 2020. L'importo illecito è stato quantificato dalla Corte dei Conti della Campania che sulla vicenda ha aperto un'inchiesta, riuscendo a bloccare sul nascere la condotta illecita e facendo risparmiare immediatamente alle casse pubbliche altri 30 milioni di euro, che secondo l'accordo sarebbero stati erogati di lì a poco. Mentre anche sui 18 milioni di danno accertati, le Asl in questi mesi hanno avviato un'attività di recupero, chiedendo i soldi indietro alle cliniche.

La maggior parte dei soldi andati a cliniche di Salerno

È quanto emerge dall'inchiesta, coordinata dal Procuratore della Corte dei Conti della Campania, Maurizio Stanco, ed affidata al pm contabile Davide Vitale. Lo scenario è delineato nella relazione per l'inaugurazione dell'anno giudiziario 2021. Dei 18 milioni, la maggior parte degli importi illeciti è andata a cliniche private di Salerno (4,2 milioni), seguita dall'Asl Napoli 3 Sud (4 milioni), Asl Avellino (3,5 milioni), Asl Caserta (2,5 milioni), Asl Napoli 2 Nord (2,3 milioni), Asl Napoli 1 Centro (1,2 milioni).

Le Asl hanno chiesto indietro già 10 milioni

Attualmente, sui 18 milioni di danno erariale, le somme rientrate ammontano a circa 10 milioni di euro. Mentre restano altri 8 milioni che se non recuperati dalle Asl saranno oggetto di accertamento contabile. “Se non si recupera la somma – ha avvertito il Procuratore della Corte dei Conti Maurizio Stanco – resterà il danno erariale e sarà compito della Procura individuare eventuali responsabilità di dolo o colpa grave. Se dovessimo riscontrarli, potremo procedere con un invito a dedurre per acquisire le eventuali difese dei presunti responsabili e si procederà a richiedere una valutazione al giudice contabile”.

L'inchiesta ha evitato un danno ulteriore di 30 milioni

“Grazie al nostro intervento – ha spiegato in conferenza il Procuratore Stanco – siamo riusciti a impedire questa situazione di esborso. Nel mese di aprile si è evitata una spesa ingiustificata di circa 30 milioni di euro. Mentre a marzo sono stati corrisposti 18 milioni di euro, di cui non vi è una giustificazione. Su questa vicenda vi sono stati recenti sviluppi del Tar che ha negato su ricorso di una delle aziende interessate la possibilità di poter ottenere quel corrispettivo nella convenzione di marzo. Di questi 18 milioni, gran parte sono stati recuperati dalle Asl attraverso una trattenuta delle somme che di mese in mese erano dovute alle varie aziende. Attualmente si stima che il danno erariale sia di circa 8 milioni di euro e si spera si cercherà di recuperare questo importo”.

L'accordo tra la Regione e le cliniche private

“La vicenda – è scritto nella relazione della Procura – trae origine dalla trasmissione alla Procura contabile, nel maggio 2020, di un report economico-finanziario relativo al contributo della sanità privata all’emergenza epidemiologica dettata dalla diffusione del COVID 19. Sulla base di tale report, veniva formulata ipotesi di danno erariale alla luce della avvenuta stipula di un contratto tra la Regione Campania e l’AIOP Campania(Associazione italiana ospedalità privata) in data 28 marzo 2020 per fronteggiare l’emergenza COVID 19, contemplante condizioni contrattuali (in particolare quelle previste dall’art. 7 della citata Convenzione) foriere della corresponsione di notevoli flussi finanziari dalla Regione alle cliniche convenzionate a prescindere dal valore della reale produzione, vale a dire dalla necessaria previa verifica degli interventi di cura COVID effettivamente svolti, in maniera del tutto forfettizzata e senza prevedere l’obbligo della rendicontazione delle attività svolte".

"L’ufficio requirente procedeva al rilascio di delega per accertamenti istruttori alla Guardia di Finanza – Nucleo di Polizia economico-finanziaria, e nella relativa acquisita informativa, in prima approssimazione, viene evidenziato che l’analisi degli atti acquisti e la elaborazione dei dati desunti dalla documentazione medesima ha consentito di appurare che nel periodo interessato (marzo-aprile 2020) le case di cura hanno emesso fatture illegittime in quanto comprensive, oltre che della remunerazione, su base mensile, della prestazione effettivamente resa, anche del compenso riconducibile a prestazioni mai rese. Per ciascuna Azienda Sanitaria si è proceduto alla quantificazione per i mesi di marzo e aprile 2020: – delle somme spettanti per prestazioni rese per i ricoveri ospedalieri di pazienti Covid; – degli importi fatturati a titolo di acconto mensile del budget di struttura riconducibile all’Accordo del 28.03.2020 e al seguente Addendum del 03.04.2020. L’impulso istruttorio della Procura e la conseguente attività della polizia delegata hanno consentito di evitare la corresponsione degli importi fatturati per il mese di aprile, cosicché si è pervenuti, per ciascuna ASL alla individuazione di due diverse grandezze: somme illecite corrisposte e somme illecite non corrisposte. Le conclusioni evidenziate nel suddetto report, quantificano il danno erariale nella misura sopra illustrata di € 18.056.582,12, mentre le somme di cui si è evitato il pagamento è di € 29.916.567,26”.

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