Inchiesta Avis, la Regione Campania chiede approfondimenti e ispezioni
L'inchiesta di Fanpage.it sulle donazioni di sangue gestite dell'Avis ha portato alla luce una serie di irregolarità nella raccolta nella città di Napoli ed ha messo in evidenza uno strano meccanismo con cui i fondi dell'associazione finiscono a familiari dei dirigenti Avis di Napoli e Roma.
Il caso ha portato a diverse reazioni politiche anche in Regione Campania con due interrogazioni al presidente Vincenzo De Luca, una di maggioranza di Tommaso Pellegrino di Italia Viva ed una di opposizione di Maria Muscarà. La discussione si sarebbe dovuta tenere nel question time in programma mercoledì 22 novembre, ma la giunta regionale ha chiesto un rinvio di 15 giorni motivandolo con una serie di accertamenti che sono stati disposti dagli uffici competenti.
Ordinate ispezioni da parte della Regione Campania
Nelle ultime ore il dirigente della sanità regionale Antonio Postiglione, insieme ai dirigenti regionali competenti in materia, ha disposto una serie di accertamenti a seguito dell'inchiesta di Fanpage.it, tesi a verificare la regolarità delle modalità di raccolta delle donazioni del sangue da parte dell'AVIS.
La nota ufficiale è stata inviata anche alla presidenza nazionale dell'Avis ed al Centro Nazionale Sangue, quest'ultimo competente per le ispezioni e le verifiche in materia sanitaria. Il documento fa riferimento alle notizie portate alla luce da Fanpage.it chiarendo che la responsabilità delle corrette procedure di raccolta del sangue da parte delle associazioni convenzionate è di diretta responsabilità del medico delle associazioni, che deve garantire la linearità del processo per legge.
Allo stesso tempo Postiglione richiama l'attenzione del Servizio Trasfusionale che deve vigilare sulle Unità di Raccolta, garantendo appunto che il tutto venga fatto in conformità con le leggi vigenti. La nota si conclude con l'annuncio della predisposizione di una serie di ispezioni della Direzione Generale per la Tutela della Salute della Regione Campania presso le singole unità di raccolta.
Sostanzialmente la Regione Campania scrive che vuole vederci chiaro, adottando però la discutibile prassi di avvisare i soggetti interessati delle future ispezioni. Nell'inchiesta di Fanpage.it è stato mostrato come ai potenziali donatori non venivano rivolte la maggior parte delle domande del questionario anamnestico previsto dalla legge, ed anzi davanti a condizioni ostative alla donazione, come ad esempio tatuaggi realizzati di recente o uso di farmaci cortisonici, veniva invitato il donatore ha riferire il falso al medico, ed in alcune occasioni il medico stesso acconsentiva alla donazione nonostante le condizioni sanitarie ostative.
Si attendono controlli dalle strutture sanitarie nazionali
A dover procedere ai controlli ulteriori sulle attività dell'AVIS, in base a quanto mostrato da Fanpage.it, dovrebbe essere il Centro Nazionale Sangue, la struttura istituita del Ministero della Salute che opera presso l'Istituto Superiore di Sanità. Il CNS ha già un'attività di periodiche visite ispettive alle associazioni convenzionate con la sanità pubblica per la raccolta delle donazioni di sangue, in questo caso la Regione Campania, annunciando la sua attività ispettiva, ha voluto sollecitare proprio il CNS ad una sua ulteriore attività di approfondimento.
Intanto non ci sono commenti da parte delle strutture della sanità pubblica convenzionata con AVIS. L'associazione nella città di Napoli registra la convenzione con l'Ospedale Cardarelli, a cui Fanpage.it ha chiesto un commento sui fatti mostrati nella nostra inchiesta, ha deciso di non rilasciare dichiarazioni.
Proprio l'ospedale più grande del Mezzogiorno sarebbe la convenzione più importante (e redditizia) per l'AVIS di Napoli, tanto che spesso gli stessi volontari dell'associazione, come mostrato dalle nostre telecamere, chiederebbero una donazione di sangue "per il Cardarelli". Il direttore generale Antonio D'Amore non ha voluto commentare in alcun modo le irregolarità nella raccolta del sangue mostrate da Fanpage.it.