Inchiesta Avis, interrogazione a De Luca: “Opportuno revocare le convenzioni con la sanità pubblica”
L'inchiesta di Fanpage.it sulle Avis locali di Napoli e Roma ha mostrato come la raccolta delle donazioni di sangue nella città di Napoli avvenga, in alcuni casi, con la violazione dei protocolli sanitari previsti dalla legge. Alcuni volontari dell'Avis di Napoli, come mostrato nell'inchiesta, invitano i potenziali donatori a mentire sulle loro condizioni, come nel caso del tempo in cui è stato disegnato un tatuaggio sul proprio corpo, pur di raccogliere il sangue. Una attività che viene retribuita da parte del servizio sanitario nazionale con un corrispettivo di circa 56 euro per ogni sacca di sangue da 450 ml consegnata agli ospedali o alle Asl. Tra le strutture sanitarie pubbliche convenzionate con l'Avis di Napoli ci sono le Asl e alcuni ospedali, tra cui l'ospedale Cardarelli, il più grande del Mezzogiorno. La vicenda delle irregolarità dell'Avis sollevata dall'inchiesta di Fanpage.it arriva in consiglio regionale.
La consigliera di opposizione Maria Muscarà ha presentato una interrogazione al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, responsabile della sanità regionale, sui fatti denunciati nella nostra inchiesta. La consigliera esporrà l'interrogazione nel corso del question time programmato in aula per Mercoledì 22 Novembre. Nel testo presentato dalla Muscarà si chiede conto al Presidente della Regione Campania, alla luce di quanto mostrato nella nostra inchiesta, di diverse questioni. Si chiede di sapere: "A quanto ammonta la quantità di sangue che viene acquistata annualmente dall'Asl Napoli 1 attraverso l'Avis, e quante di queste vengono scartate perché ritenute non idonee, con un costo che grava sulla collettività". Le strutture della sanità pubblica svolgono sempre le analisi per verificare la qualità delle sacche di sangue conferite dalle Avis, ma un ruolo decisivo lo ricopre la scheda della anamnesi, ovvero il questionario che il donatore deve compilare rispondendo a decine di quesiti che comprendono le abitudini sessuali, la realizzazione di tatuaggi sul corpo, l'uso di cortisonici e altri medicinali. L'inchiesta di Fanpage.it mostra proprio come le schede di anamnesi sembrerebbero compilate da alcuni volontari e non dai potenziali donatori. Inoltre anche davanti alla mancanza di requisiti, come ad esempio l'uso di farmaci cortisonici, alcuni medici delle Avis locali consentano lo stesso al donatore di poter effettuare il prelievo. Nell'interrogazione della Muscarà si chiede inoltre: "Se le strutture sanitarie pubbliche sono a conoscenza di queste modalità di raccolta sangue con anamnesi fittizie, come mostrato da Fanpage.it, e se le stesse non ritengano di dover recedere dalle convenzioni". Tra le strutture pubbliche convenzionate con l'Avis di Napoli c'è l'ospedale Cardarelli, che ha al suo interno anche un centro completamente pubblico per la donazione del sangue, ma ha stipulato con diverse associazioni delle convenzioni per l'acquisizione delle sacche derivanti da donazioni. Infine la Muscarà chiede se: "con le somme spese in un anno per l'acquisizione di tutte le sacche di sangue, non si potrebbe investire in una struttura pubblica all'interno degli ospedali per la raccolta delle donazioni, evitando in questo modo la raccolta in strada".
Spetterà ora al Presidente Vincenzo De Luca rispondere nel merito della richiesta fatta dalla consigliera di opposizione, nell'aula del consiglio regionale la prossima settimana. Intanto l'ospedale Cardarelli, contattato da Fanpage.it, non ha voluto commentare in alcun modo le immagini ed i fatti riportati nell'inchiesta di Fanpage.it. L'interrogazione in Regione Campania arriva dopo che al Comune di Napoli i consiglieri Nino Simeone e Catello Maresca hanno chiesto al Sindaco Gaetano Manfredi chiarimenti rispetto alle concessioni di occupazione di suolo pubblico in favore della stessa associazione.