Incendio Venere degli Stracci: Simone Isaia lascia il carcere, trasferito in casa di accoglienza
Simone Isaia, il senza fissa dimora condannato per il rogo della Venere degli Stracci, potrà scontare la sua pena nella casa di accoglienza per detenuti ai domiciliari retta da don Franco Esposito: i giudici della quinta sezione penale (presidente Andrea Rovida) hanno accolto l'istanza presentata dall'avvocato Giovanni Belcastro, legale del 33enne; già ieri sera, 9 aprile, l'uomo è stato accolto dal direttore dell'ufficio diocesano di Pastorale Carceraria. Isaia era stato inizialmente condannato a 4 anni di reclusione; lo scorso 4 aprile la Corte di Appello ha ridotto la pena a due anni e mezzo, confermando però la detenzione in carcere.
L'opera di Michelangelo Pistoletto, esposta in piazza Municipio, nel centro di Napoli, venne distrutta da un incendio all'alba del 12 luglio 2023: in pochi minuti le fiamme bruciarono i vestiti che la componevano e la statua, restò soltanto la struttura di sostegno, fortemente danneggiata. Le indagini, coordinate dai magistrati del gruppo beni culturali della Procura di Napoli e delegate alla Squadra Mobile della Questura, in poche ore portarono all'identificazione di Isaia, che è risultato avere gravi problemi psichici. Al giovane erano stati concessi i domiciliari, che erano stati però poi revocati perché si era allontanato dalla struttura indicata.
Durante le festività pasquali l'arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, ha scritto un appello al giudice ricordando le condizioni del 33enne, descritto come "una persona in difficoltà, fortemente fragile, vissuto per diverso tempo in condizioni di marginalità sociale". A difesa del ragazzo si era schierato anche lo stesso Pistoletto, che aveva sostenuto la raccolta firme per chiedere che la pena venisse scontata non in carcere ma in una struttura che potesse assicurare le cure adeguate.