Incendio a Gricignano, il sindaco: “Rogo non ancora spento, ancora fumi. I cittadini chiudano porte e finestre”
«I vigili del fuoco hanno circoscritto l'incendio, ma non lo hanno spento definitivamente». A parlare a Fanpage.it è Vincenzo Santagata, sindaco di Gricignano, comune in provincia di Caserta, dove ieri un capannone dell'azienda FrigoCaserta, specializzata nella conservazione e distribuzione di prodotti deperibili freschi, surgelati e temperatura ambiente, è andato a fuoco. Sul posto ci sono ancora le cinque squadre arrivati ieri: tre del Comando di Caserta e due del Comando di Napoli.
Sul posto anche il nucleo di Polizia giudiziaria del Comando provinciale di Caserta per le indagini in corso volte a chiarire l'origine dell'incendio, che, secondo alcuni dipendenti, potrebbe essere stato causato da un cortocircuito in un ufficio adiacente al capannone poi andato in fiamme.
Il primo cittadino ha rinnovato l'invito, lanciato ieri, a tenere chiuse porte e finestre. La colonna di fumo nero si è gran parte dispersa anche grazie alle intense piogge. L'Arpac (Azienda regionale per la protezione ambientale in Campania) è prontamente intervenuta per attivare il monitoraggio di diossine e furani potenzialmente dispersi nell'atmosfera.
Dai primi esami dei dati grezzi ottenuti dalla stazione di monitoraggio della qualità dell'aria di Aversa-Scuola Cirillo, però, non emergono «aumenti nelle concentrazioni degli inquinanti monitorati tali da poter essere ricondotti all’incendio e le concentrazioni sono rimaste finora ben al di sotto dei limiti di legge».
Parla il sindaco di Gricignano d'Aversa Vincenzo Santagata
Sindaco, qual è la situazione attuale?
I vigili del fuoco hanno circoscritto l'incendio, evitando che si propagasse su altri capannoni. Però lo hanno semplicemente controllato, non spento definitivamente. Fino a stamattina c’erano ancora dei rivoli di fumo e un po’ di fuoco.
È andato a fuoco uno dei capannoni della Frigocaserta. Di quanti metri quadrati parliamo?
Loro hanno capannoni per circa 50mila metri quadrati, divisi tra depositi e frigoriferi, ed è andato a fuoco un capannone di circa 2mila metri quadrati.
Cosa c'era dentro?
Era un capannone misto. Una metà circa erano frigoriferi, dove ovviamente tengono stoccati alimenti surgelati, nell’altra metà c'erano prodotti a temperatura ambiente, c'erano quindi alimentari natalizi, come confetti e cioccolato.
Quindi sono andati alle fiamme anche i frigoriferi…
Sì, purtroppo frigoriferi e pannelli isolanti delle celle frigorifere.
Ieri c'era una colonna di denso fumo nero. Qual è la situazione oggi?
Ho chiesto immediatamente all’Arpac di intervenire a fare il monitoraggio dell’aria. Sembrerebbe da una prima analisi fatta non ci sia un livello di diossine alto o comunque di inquinamento prodotto da questa nube tale da destare preoccupazione nell’immediato. Ieri io e i sindaci di Cairano e Teverola abbiamo chiesto ai cittadini di tenere porte e finestre chiuse: è un palliativo, non è una soluzione definitiva, però almeno abbiamo evitato che potessero respirare quel fumo, anche perché ieri c’era molto vento. Poi fortunatamente è arrivata una bomba d’acqua che ha aiutato un po’ a risolvere il problema.
Si sa cosa ha causato l'incendio?
Gli operai che erano sul posto dicono che è stato un cortocircuito partito da un ufficio adiacente alle celle frigorifere, poi da là si è propagato alle celle frigorifere e ai pannelli di chiusura del capannone e quindi di conseguenza a tutto il capannone. Però è chiaro che queste sono dichiarazioni degli operai. Ieri c’erano anche i carabinieri sul posto e anche stamattina e faranno i loro rilievi e le valutazioni del caso.