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Incendio della Venere, migliaia firmano per Simone Isaia libero. Sabato 12 presidio in piazza Municipio a Napoli

Mobilitazione di piazza per Simone Isaia: sabato 12 agosto alle ore 11 presidio in piazza Municipio.
A cura di Redazione Napoli
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Corre verso le 5mila firme la petizione online lanciata dalla casa editrice Iod Edizioni, insieme alla Pastorale Carceraria della Chiesa di Napoli, Associazione Liberi di volare, Chiesa Cristiana Evangelica Libera di Casalnuovo, United Colors of Naples, tribunali 138, per chiedere che il clochard Simone Isaia, accusato di aver dato alle fiamme l’installazione della "Venere degli stracci" di Michelangelo Pistoletto in piazza Municipio a Napoli, possa uscire dal carcere per essere curato.

Sabato 12 agosto alle ore 11 presidio in piazza Municipio per sensibilizzare i napoletani all'argomento:

Nel dovuto rispetto delle decisioni del Tribunale del Riesame che ha deciso che Simone Isaia, il presunto autore del rogo che ha distrutto la Venere degli stracci, deve restare in carcere, noi vogliamo affermare che il carcere non cura Simone Isaia. Anzi aggrava ulteriormente le sue profonde fragilità. Confidiamo con speranza che questa decisione possa essere rivista.

E si possa affidare Simone ad una struttura alternativa al carcere per consentire di curarsi.  La Casa di Accoglienza della Pastorale carceraria della Chiesa di Napoli, gestita da Don Franco Esposito, è disponibile ad accoglierlo.

I promotori aggiungono: «Condividiamo le parole dei volontari della Mensa del Carmine, dove Simone si recava spesso a pranzo: ‘Simone da tempo aveva perso lucidità e riferimenti, finendo a dormire per strada. Simone Isaia ha bisogno di aiuto. Non del carcere, ma di una struttura che lo aiuti a rimettere in piedi la propria vita, perché è una persona affetta “da una tangibilissima neuro-divergenza”. E ha bisogno di aiuto».

Al presidio hanno aderito il Garante dei detenuti di Napoli Don Tonino Palmese e il Garante campano Samuele Ciambriello:

Il dialogo avviato con la difesa, la famiglia, il mondo del volontariato, la comunità di accoglienza e lo stesso penitenziario, ci conferma la giusta richiesta di un approfondimento che tenga conto della condizione salutare di Simone. Pertanto, il nostro impegno continuerà nel sostenere la possibilità di ribadire che se dovessero esserci le condizioni per una “pena alternativa” ci sarà sicuramente il nostro sostegno.

Auspichiamo che i magistrati competenti, nel corso delle indagini, laddove offrano nuove ed efficaci garanzie di tutela della collettività, possano rimodulare la misura custodiale in atto, consentendo a Simone di affrontare e risolvere il disagio personale, che certamente ha avuto un ruolo determinante in questa triste vicenda.

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