Rubate le Polizze vita di Poste Italiane: dipendenti prelevavano soldi al posto dei titolari
Un'organizzazione criminale attiva principalmente in Campania e in Lazio, che aveva base a Napoli, è stata sgominata dalla Polizia Postale, in una operazione chiamata "Insider", diretta dalla Procura partenopea. Gli investigatori hanno svelato e una serie di truffe ai danni di ignari clienti e legittimi titolari di Polizze Vita di Poste Italiane. I truffatori riscuotevano i soldi le polizze senza ovviamente averne il benché minimo diritto. Per questo, nella giornata di lunedì 29 gennaio 2024, sono state arrestate 6 persone (ordinanze di custodia in carcere e agli arresti domiciliari). Contestualmente, sono state effettuate 48 perquisizioni. In tutto sono 39 le persone indagate.
Polizze Vita Poste: i clienti avevano perso tutto
Le indagini hanno preso il via dopo le denunce dei clienti defraudati, che si sono visti improvvisamente sottratti loro risparmi, investiti appunto nelle polizza del Ramo Vita di Poste Italiane. Le indagini si sono avvalse anche della collaborazione dell'ufficio Fraud Management di Poste, che ha svolto le opportune investigazioni interne all'azienda. Come documentato dagli inquirenti, il bottino guadagnato illecitamente dai malviventi è stato di 1,5 milioni di euro. Ora ai clienti dovrebbe essere restituito il denaro sottratto illecitamente.
Sventati ulteriori tentativi di riscuotere le polizze per 3,5 milioni
La complessa e articolata attività investigativa ha permesso di documentare l'avvenuta riscossione fraudolenta delle polizze vita. Non solo: gli uomini della Polizia Postale hanno anche altri numerosi tentativi di riscossione delle polizze che avrebbero fruttato all'organizzazione criminale altri 3,5 milioni di euro.
Dipendenti "infedeli" delle Poste fornivano i dati dei titolari delle polizze
Ovviamente il meccanismo godeva di talpe interne a Poste Italiane. Le indagini hanno appurato come sia stato determinante per mettere a segno le truffa il coinvolgimento nell'organizzazione criminale di quattro dipendenti "infedeli" i quali, accedendo abusivamente agli archivi aziendali, fornivano ai malviventi informazioni sui clienti intestatari delle polizze, sulle somme sulle stesse giacenti nonché sulle modalità più idonee per riscuoterle in danno degli ignari correntisti.