In una pelletteria di Secondigliano le borse per Yves Saint Laurent prodotte da dipendenti in nero
Quelle borse avrebbero fruttato oltre mille euro al pezzo, anche più di duemila. Prodotto di lusso, rivolto a una clientela facoltosa. Che, però, veniva confezionato da dipendenti in nero a Secondigliano, nel cuore di Napoli. Lo hanno scoperto i carabinieri, che hanno ispezionato una pelletteria della zona e hanno appurato che, su 38 lavoratori, ben 15 erano irregolari; la titolare della fabbrica, una 35enne di Melito, è stata denunciata e le sono state comminate sanzioni per oltre 56mila euro; contestate anche 2 prescrizioni penali per 33mila euro.
La storia ricorda una di quelle portate sul grande schermo da Matteo Garrone nel film "Gomorra": il sarto Pasquale, impiegato in nero in una azienda di Napoli, che insieme ai suoi colleghi confeziona abiti per prestigiose case di alta moda francese e che, dopo essere diventato camionista, guardando la tv in un'area di servizio vede un suo vestito indossato da una diva di Hollywood. Vicenda surreale, ai limiti dell'incredibile, ma che proprio nell'operazione dei carabinieri trova una sorta di conferma: nella pelletteria di Secondigliano si producevano borse per Yves Saint Laurent.
La griffe potrebbe essere parte lesa
La fabbrica produceva quelle borse dopo essersi aggiudicata una commessa; l'ispezione che ha portato alla scoperta dei 15 dipendenti in nero, il 40% del totale, è stata eseguita dai carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro insieme a quelli della stazione locale e al personale dell'Ispettorato del Lavoro di Napoli. Chiaramente la famosa griffe non è responsabile dei dipendenti in nero, e anzi potrebbe diventare parte lesa in seguito allo stop della produzione, subendo per forza di cose dei rallentamenti sulle consegne concordate.