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In ospedale per una consulenza, muore poche ore dopo con tre costole rotte: aperta inchiesta a Benevento

La Procura di Benevento indaga sulla morte del 73enne Felice Ferretta, morto mentre era ricoverato al “San Pio” per una consulenza; l’ipotesi di reato è di omicidio colposo in ambito sanitario.
A cura di Nico Falco
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L'ospedale "San Pio" di Benevento
L'ospedale "San Pio" di Benevento

In ospedale ci era arrivato con una frattura al dito e una sospetta frattura al naso, poche ore dopo i medici hanno detto al figlio che aveva tre costole rotte e un polmone perforato. Situazione ancora tutta da chiarire, quella che ha portato alla morte di Felice Ferretta, 73enne di Montesarchio, in provincia di Benevento; il figlio, determinato a chiarire le circostanze in cui è morto il padre, attraverso il dottor Vincenzo Carotenuto (area manager per la Campania) si è rivolto a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, e con la collaborazione dell'avvocato Vincenzo Cortellessa ha presentato una denuncia ai carabinieri. La Procura di Benevento ha aperto un fascicolo (affidato al pm Licia Fabrizi) e disposto l'autopsia, incaricando il medico legale Massimo Esposito; l'esame si è svolto oggi, 19 dicembre, la perizia dovrà essere presentata entro 60 giorni. L'ipotesi di reato è di omicidio colposo in ambito sanitario, al momento non ci sono indagati.

La storia comincia il 10 dicembre scorso, alle sette del mattino, quando il figlio di Ferretta lo trova a terra in camera da letto, in seguito ad una caduta dovuta verosimilmente a una crisi da astinenza alcolica. L'uomo è cosciente, ha escoriazioni al naso e un profondo taglio al ginocchio destro. Viene portato col 118 al Pronto Soccorso del Fatebenefratelli e sottoposto agli accertamenti del caso, che durano tutta la giornata. La mattina dell'11 dicembre, alle 6.30, i sanitari lo dimettono: parametri vitali nella norma, ha un dito rotto e una sospetta frattura al setto nasale. L'ospedale, non avendo un otorino, dispone il trasferimento al San Pio per una consulenza specifica.

Nel secondo ospedale, secondo il racconto del figlio, il 73enne resta in barella, senza cibo né cure, fino alla sera, quando una dottoressa gli dice che può riportarlo a casa in quanto "dimissibile". La notte seguente, però, la situazione precipita. All'una del mattino del 12 dicembre il figlio lo trova nel Pronto Soccorso su un letto con le sbarre, attaccato all'ossigeno e coi monitor al cuore, in procinto di essere sottoposto ad una Tac. Chiede ai dottori e gli viene spiegato che il padre ha tre costole rotte, un polmone perforato e un vasto ematoma alla testa; ferite non riscontrate al Fatebenefratelli e che potrebbe essersi procurato con una seconda caduta mentre era al San Pio. Alle 3.30 l'anziano va in arresto cardiaco ma riescono a rianimarlo. Nel pomeriggio del 12 dicembre, alle 17.20, i medici comunicano il decesso al figlio.

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