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“In ogni carcere ci sono almeno 100 cellulari. E i detenuti possono pubblicare i video delle feste sui social”

Il procuratore Grattesi sul fenomeno dei video di feste e compleanni dal carcere: “Proposi gli inibitori, ma mi dissero che fanno male alla salute”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Nicola Gratteri, Procuratore di Napoli. Foto / Fanpage.it
Nicola Gratteri, Procuratore di Napoli. Foto / Fanpage.it

Video di feste e compleanni dal carcere, spesso poi inviati ad amici e parenti, o addirittura trasmessi in diretta sui propri canali. Un fenomeno che sembra particolarmente diffuso, soprattutto attraverso i social network, e contro il quale è tornato a scagliarsi Nicola Gratteri, Procuratore di Napoli. "I detenuti continuano a comunicare dal carcere, a mandare video di feste e compleanni, riescono a comunicare tra di loro", ha spiegato questa mattina durante la conferenza stampa a Napoli a seguito dell'arresto di diverse persone in una vasta operazione anticamorra. "Il problema dei telefonini nel carcere non è risolto. In un carcere mediamente ci sono 100 telefonini", ha aggiunto Gratteri, raccontando anche che "quando ho proposto di comprare i jammer, almeno nelle camere di alta sicurezza, non sono stato ascoltato, mi hanno detto che fanno male alla salute".

I jammer sono dispositivi che emettono onde radio sincronizzate alle frequenze dei segnali che si vuole andare a disturbare: di fatto, sono degli inibitori, perché impediscono ai dispositivi di trasmettere nell’area circostante l’installazione. E costano circa 50-60mila euro l'uno, anche se possono arrivare a coprire aree anche abbastanza estese. Ma questa ipotesi di installazione, spiega Gratteri, non è stata accettata. "Mi è stato detto che la penitenziaria deve comunicare con il telefonino", ha continuato il procuratore di Napoli in conferenza stampa, "mi risulta invece che c'è un telefono con il filo per chiamare i superiori e gli uffici. Non avendo preso provvedimento seri, per ora vengono usati in alcune carceri l'inibizione dei droni, anche se poi nella realtà sono già stati usate anche delle contromisure per inibire gli inibitori di droni".

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