In carcere da 3 anni per l’omicidio della moglie, assolto titolare del centro oculistico
L'imprenditore Gennaro De Falco, arrestato nel luglio 2020, è stato assolto per insufficienza di prove dall'accusa di avere ucciso sua moglie nella loro abitazione di Giugliano (Napoli) e di avere poi inscenato il suicidio facendo credere che si fosse impiccata. La sentenza è stata pronunciata dalla Corte di Assise di Napoli (presidente Concetta Cristiano), che ha disposto la scarcerazione del 65enne dopo tre anni di detenzione. Per l'imputato il pubblico ministero aveva chiesto l'ergastolo.
L'uomo, titolare del Centro Oftalmico Internazionale Soviet di Lago Patria (che era formalmente intestato alla moglie), era stato arrestato nell'agosto 2020 con l'accusa di omicidio. Un mese prima, il 12 luglio, era stato lui a chiamare il 118 per chiedere aiuto: aveva detto di essersi svegliato e di avere trovato senza vita la moglie, la 55enne di origine ceca Romana Danielova, impiccata alla corda delle tende del salone. Erano intervenuti i carabinieri e durante il sopralluogo erano apparse delle incongruenze: il cordino appariva troppo sottile perché potesse reggere sotto il peso e c'erano dei segni sul collo della donna. L'autopsia aveva poi confermato che la donna non era morta per impiccagione ma per soffocamento.
Era così arrivata, ad agosto, la misura cautelare: De Falco era stato arrestato con l'accusa di avere strangolato la moglie e di avere poi organizzato la messinscena per far credere che si fosse trattato di suicidio. Durante il processo l'imprenditore, assistito dall'avvocato Alfonso Quarto, ha sostenuto che invece la 55enne si fosse uccisa e che soffrisse di squilibri mentali. Il legale si è avvalso di una perizia di parte secondo cui, contrariamente a quanto sostenuto in quella richiesta dal pubblico ministero, il solco lasciato dal cordino era vitale e quindi avrebbe potuto causare la morte della donna e la tesi del suicidio non poteva essere esclusa.