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In Campania riaprono i negozi, la camorra torna con le bombe per riprendere le estorsioni

La bomba esplosa davanti alla Galleria Marconi a Casoria (Napoli) potrebbe essere una ritorsione dagli esattori del racket: i negozi avevano potuto riaprire soltanto il giorno prima, col passaggio della Campania da zona rossa a zona arancione Covid. Con la ripresa delle attività commerciali, la camorra torna a far sentire la propria presenza tentando di recuperare il pizzo, che nei mesi scorsi si era dovuto fermare.
A cura di Nico Falco
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Vetrine esplose, l'ingresso di un negozio sventrato, danni strutturali al muro dell'edificio e finestrini delle auto parcheggiate vicino in frantumi. Proprio nei giorni in cui avrebbero dovuto ricominciare a lavorare, dopo il lockdown imposto dal coronavirus. A Casoria, in provincia di Napoli, contro gli esercizi commerciali della Galleria Marconi hanno usato un ordigno artigianale ad alto potenziale. Nemmeno un avvertimento, parrebbe più una ritorsione. Ed è impossibile non pensare al racket. A chi, anche in tempi di pandemia, ha voluto ribadire che la camorra non è disposta a fare sconti a nessuno, che le "tasse" si pagano sempre.

L'esplosione, intorno all'una del mattino nella notte tra il 6 e il 7 dicembre, ha danneggiato principalmente le vetrine dei negozi Progress e Wycon. quelli più esposti. Il boato è stato nettamente avvertito in tutta la città di Casoria, oltre che in alcuni comuni limitrofi e in alcuni quartieri della periferia napoletana. Le indagini sono affidate ai carabinieri di Castello di Cisterna, che stanno analizzando i nastri delle videocamere di sorveglianza. I negozi avevano ottenuto il via libera per la riapertura soltanto per ieri, col passaggio della Campania da zona rossa a zona arancione Covid.

Ipotesi: il racket delle estorsioni

Nonostante i commercianti abbiano dichiarato di non avere mai subìto richieste di denaro, per episodi del genere la pista del racket è tra quelle ritenute maggiormente attendibili. Una modalità, quella dell'attentato dinamitardo, che è stata molto utilizzata anche ad Afragola sia negli ultimi mesi ma soprattutto alla fine del 2019, nel periodo natalizio. I due comuni sono confinanti e, secondo le ultime relazioni della Direzione Distrettuale Antimafia, sono entrambi sotto l'influenza criminale di gruppi para camorristici legati al clan Moccia. La "strategia Afragola" potrebbe essere stata applicata anche su Casoria, con un attentato che ricalca quelli che si sono visti nella prima metà dell'anno. Un altro episodio simile c'era stato a Caivano, altro comune che, secondo la Dia, è controllato da clan collegati ai Moccia. Alla fine di giugno era stato arrestato un presunto estorsore, accusato proprio dei raid a suon di bombe.

Le estorsioni riprendono dopo il lockdown Covid

Il business delle estorsioni era probabilmente l'unico che si era fermato, o aveva subìto un forte rallentamento, per via delle norme anti contagio. Se lo spaccio di droga era andato avanti, magari con modalità adattate alle restrizioni del coronavirus, e nemmeno la contraffazione si era fermata, il pizzo si era molto ridimensionato: con la chiusura dei negozi le uniche attività a cui poter estorcere denaro restavano quelle delle categorie escluse dai decreti, come i supermercati, aumentando da un lato la pressione su queste ultime ma, dall'altro, riducendo il volume complessivo dei guadagni. Con la riapertura dei negozi, quindi, la camorra ha l'esigenza di dover nuovamente mostrare i muscoli, sia per riguadagnare quella presenza sul territorio che veniva garantita proprio dalle estorsioni, sia per far ripartire uno dei core business dei clan.

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