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In Campania detenuti 93 giovani, 35 sono accusati di omicidio volontario

Dei 93 giovani detenuti presenti negli Ipm in Campania, 35 sono accusati di omicidio volontario (tentato o consumato): è il 38% del totale.
A cura di Nico Falco
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Negli Istituti di Pena Minorile campani sono detenuti complessivamente 93 ragazzi, di questi 35 sono accusati di omicidio tentato o consumato. A questi si aggiungono altri 119 giovani (902 in tutta Italia), sottoposti a misura alternativa al carcere e ospitati nelle comunità per minori in Campania. I dati sono aggiornati al 31 luglio 2023. Il garante dei detenuti campano, Samuele Ciambriello, parla di "dati allarmanti", soprattutto relativamente a quelli accusati di omicidio volontario che rappresentano, a conti fatti, quasi il 38% del totale.

Entrando più nel dettaglio, dei 93 giovani detenuti 49 hanno tra i 14 e i 18 anni (29 italiani e 20 stranieri), 40 hanno tra i 18 e i 20 anni (33 italiani e 7 stranieri) e gli ultimi 4, tutti italiani, hanno tra i 22 e i 25 anni. Riguardo alle strutture in cui si trovano, 59 sono detenuti a Nisida (43 italiani e 16 stranieri) e 24 ad Airola (23 italiani e 11 stranieri). Relativamente al motivo della detenzione, altri 35 sono accusati di reati contro il patrimonio (25 per rapina e 20 per furto). Commenta Ciambriello:

da tempo assistiamo a fatti di cronaca sempre più violenti e immotivati compiuti da baby gang, composte da ragazzi la cui età va progressivamente diminuendo fino a coinvolgere bambini in età scolare. Giovanissimi, aggressivi e violenti, che ‘giocano a fare i grandi' a spese degli altri. Aggredendo e ferendo gravemente i loro coetanei senza un motivo, per il mero gusto di farlo

Sono giovani che si uniscono per fare il male, per provare emozioni. In una subcultura, a Napoli, usano armi per difendersi e la cattiveria per offendere. Vivono insomma d'istinti e d'istante, vogliono tutto e subito e non avvertono la gravità e la responsabilità di quello che hanno fatto, hanno vuoti relazionali, valoriali ed affettivi. Il comune denominatore per migliaia di questi adolescenti che passano dal disagio alla devianza e dalla devianza alla microcriminalità è la non cultura, la dispersione scolastica. Occorre invertire la rotta, farlo subito altrimenti dopo è tardi.

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