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Covid 19

In Campania ci sono solo 32 posti letto per malattie infettive diverse dal Covid

Il dato in un documento della sezione campana del SIMIT, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. Restano solo 32 letti per malattie non Covid.
A cura di Gaia Martignetti
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In Campania sono solo 32 i posti letto a disposizione per chi dovesse aver bisogno di un ricovero ospedaliero, per una malattia infettiva diversa dal Covid-19. Parliamo di malattie come l'AIDS, la meningite, la tubercolosi polmonare ma non solo. Il dato, già di per sé allarmante diventa ancora più delicato se si pensa a quanti sono i posti a disposizione nella sola città metropolitana di Napoli: 8. Ma l'analisi più incredibile arriva dal paragone con il mese di dicembre 2021. I 32 posti di oggi, infatti, erano 130. La tabella e i dati che vedete riportati sono frutto di una lettera, inviata al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e al Direttore Generale Tutela salute e Coordinamento SSR, a firma della sezione campana del SIMIT, la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. I dati si riferiscono ai posti di degenza ordinaria dei reparti di malattie infettive.

Tabella posti letto dicembre 2021 - gennaio 2022 contenuta nel documento del SIMIT
Tabella posti letto dicembre 2021 – gennaio 2022 contenuta nel documento del SIMIT

Se il 1 dicembre 2021 il rapporto tra posti letto all'interno dei reparti di malattie infettive dedicati al Covid e altre malattie infettive era 186 – 130, il 10 gennaio 2022 poco più di un mese dopo diventa di 302 – 32. Cosa è avvenuto? L'impennata dei contagi e la decisione di convertire ospedali di riferimento per queste patologie, come ad esempio il Cotugno, totalmente alla cura del Covid. L'allarme era già stato lanciato anche dalle associazioni ma dopo questo dato il SIMIT, il 12 gennaio 2022, ha deciso di scrivere un documento per manifestare tutta la preoccupazione per l'assistenza ospedaliera riservata ai pazienti affetti da malattie infettive diverse dal coronavirus. Il numero di posti letto dedicati ad altre patologie infettive, si legge nella lettera, era già ridotto con i soli 130 posti di dicembre. "Questa drastica riduzione comporterà non solo un non ottimale management diagnostico – terapeutico dei pazienti con patologia infettiva  non – Covid (solo per nominare alcune tipologie di pazienti, ricordiamo quelli con AIDS, tubercolosi polmonare ed extra-polmonare, meningiti, encefaliti), ma avrà anche ripercussioni comunitarie, vista la diffusibilità di alcune di queste patologie".

Nella lettera, firmata dai consiglieri e dottori della sezione regionale Vincenzo Esposito, Vincenzo Sangiovanni, Alfonso Masullo, Mariantonietta Pisaturo, Alberto Enrico Maraolo, Emanuela Zappulo e dal presidente Nicola Coppola si propone anche una soluzione.

"Anche alla luce della recente disposizione dell'Unità di Crisi Regionale sul blocco dei ricoveri non urgenti per le altre specialità, si propone un seppur minimo aggiustamento nel rapporto tra posti COVID e non COVID nei reparti di malattie infettive, che potrà permettere la gestione ottimale delle urgenze infettivologiche, che al momento possono essere valutate quasi esclusivamente in ambiente non infettivologico. Ad esempio si propone un rapporto posti letto malattie infettive Covid – non Covid di 7 a 1, rispetto all'attuale 10 a 1".

I dati sono stati estrapolati, specifica il SIMIT a Fanpage.it, procedendo a uno screening sui posti letto nei vari reparti di malattie infettive presi in analisi dalla Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali. E possono ovviamente essere soggetti ai continui cambiamenti dettati dall'avanzare della curva dei contagi e delle rispettive necessarie riorganizzazioni. L'allarme che ha lanciato il SIMIT, tuttavia, non è un modo per sottrarsi alla battaglia che tutti gli operatori sanitari combattono in prima linea da due anni. A confermarlo è proprio il Dottor Nicola Coppola, presidente di SIMIT Campania a Fanpage.it. «Noi non vogliamo sottrarci, assolutamente. Abbiamo sempre fatto la nostra parte e continuiamo a farla giorno per giorno, senza mai stancarci». Ma l'allarme lanciato è un atto di responsabilità verso pazienti affetti da un altro tipo di patologie.

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